Spesso mi chiedo: “Se un lettore non si fa domande sui libri, è davvero coinvolto nella lettura? Se una persona non si fa domande sul mondo, è davvero coinvolta nella vita?”
Linda Rief (1)
Siamo alla terza tappa di una serie di articoli dedicati a un ideale passaggio fra didattica più o meno tradizionale (anche se, abbiamo visto, si può praticare con quote diverse di inserti laboratoriali) e il laboratorio di scrittura.
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L’esempio specifico a metà strada tra scrittura su traccia e scrittura autentica di cui parleremo è il saggio – recensione o commento letterario. Lo intendiamo come prova finale di un’unità di analisi su un autore o un’opera.
Queste le competenze necessarie per i lettori a cui chiederemo il saggio – recensione: durante la lettura ad alta voce, sono attivi nella negoziazione dei significati, usando il taccuino per i quickwrite e per fissare quello che emerge dai confronti in plenaria; leggono recensioni per scegliere in autonomia e presentano oralmente libri ai compagni (book talk); nella lettura autonoma sono in grado di scegliere alcune ML da cui partire per le annotazioni.
Presupposto per il docente sarà aver programmato gli stimoli per le annotazioni che i ragazzi useranno per rispondere in modo personale alla traccia. Così si guidano i lettori lasciandoli comunque liberi di esplorare varie piste di interpretazione, svincolati da percorsi tematici preconfezionati. Dato quindi un genere e una traccia uguali per tutti, il docente può prepararsi a ricevere testi tutti diversi per contenuti e struttura.
Il primo saggio letterario lo affrontiamo verso l’inverno della seconda, perché questa idea è nata leggendo nelle classi Dante e Boccaccio: l’interesse così acceso per le vicende dei dannati o per il rapporto con Beatrice; i lunghi dibattiti sulle scelte a volte estreme dei personaggi del Decameron… ci è sembrato che tanta passione fornisse la giusta motivazione per un testo-ponte tra espositivo e argomentativo.
Vedremo i passaggi del processo di scrittura del saggio nella quarta parte di questa serie di articoli. Qui chiariremo prima di tutto come facciamo letteratura italiana nella cornice del WRW. (2)
Il principio base è fornire il tempo e gli strumenti per comprendere in profondità i personaggi e le storie; sono le loro opere la fonte da cui vogliamo conoscere gli autori. Prepariamo i nostri lettori fin dal periodo dell’accoglienza, con prompt di diverso tipo, ad essere coinvolti e autentici di fronte a un testo. Il taccuino è uno spazio in cui reagiscono alle letture, scoprendo che hanno opinioni che vale la pena annotare e, se vogliono, condividere; lì trovano ed esercitano la propria voce. Trama e setting, personaggi, lessico e linguaggio figurato, temi e insegnamenti di vita sono i binari su cui imparano a muoversi, in un crescendo guidato di approfondimento. Quando si affronta la letteratura antica, e in prima accade già con il mito e l’epica, i medesimi strumenti di indagine e riflessione che abbiamo applicato alla youth fiction sono a loro disposizione anche per questi testi di diversa complessità. In un secondo momento, trovano spazio le lezioni sul periodo storico e la biografia dell’autore: questo movimento dalle opere all’autore è simile a come agisce un vero lettore, che cerca informazioni solo se si è appassionato.
Alcuni spicchi di vita di classe possono mostrare come germoglia il confronto se ragazzi anche molto giovani possiedono strategie per dialogare con l’opera letteraria.
Il primo anno in cui proposi la Commedia con queste modalità(3), restò impresso a molti il punto di vista di Raffaele sugli ignavi: disse che la condanna di Dante era ingiusta, sono persone insicure che meritano di essere protette, non punite. Dopo una vita intera di debolezza che li ha costretti a subire le decisioni degli altri, nell’aldilà dovrebbero trovare la pace della beatitudine invece delle pene infernali. Il mio ruolo non fu discutere nel merito delle opinioni bensì fornire conoscenze e strategie per sostenere un confronto che andasse oltre le considerazioni personali. Quindi feci una lezione sul ruolo politico dell’autore e le sue scelte anche da esiliato; come strategie, chiesi che cercassero connessioni personali o intertestuali. Nei saggi dei compagni ritrovai l’eco della condivisione di Raffaele: Matteo affermava che un’amica della sorella maggiore era come gli ignavi, perché non era andata a votare. E da questa connessione diede il via alle proprie considerazioni su quei versi.
Uno sguardo critico verso l’opera passa prima attraverso il filtro del proprio orizzonte storico – culturale; compito del docente è alzare lo sguardo verso quello dell’autore e, dal confronto fra i due, cogliere con gli studenti gli aspetti di quell’opera che ne fanno un classico di respiro universale. Generalmente la cosiddetta didattica tradizionale dà per scontati i primi passaggi, chiedendo soprattutto ai ragazzi di riferire letture critiche di studiosi che hanno completato il proprio lavoro su quei testi. Eppure, sia noi sia gli esperti accademici abbiamo scelto di studiare quei particolari autori mossi dall’interesse e dalla passione. Questo è il passaggio che la scuola non dovrebbe trascurare.
Anche il Decameron è una fonte ricca di tematiche su cui i ragazzi possono scrivere. Qualche anno fa, ho chiesto un’opinione sul comportamento di Landolfo Rufolo, che diventa pirata per evitare il disonore di tornare a casa senza aver raddoppiato il patrimonio, e ci siamo trovati quasi spaccati a metà. È evidente che l’autore approva la sua scelta, ma metà dei miei lettori lo riteneva completamente da biasimare e hanno dibattuto a lungo su quali scelte alternative avrebbe avuto. Ho chiesto le motivazioni di ciascuna fazione, in gruppo, hanno costruito una sorta di dibattito con prove a supporto ricavate dal testo stesso.
Questa, invece, è stata la conversazione nata quest’anno su come applicare la ML Confronto fra personaggi (4). Dopo aver letto più novelle, Rebecca dichiara che farà dialogare Lisabetta da Messina e monna Giovanna, amata da Federigo degli Alberighi. Rispondo che non sono d’accordo, perché queste due protagoniste hanno età e background molto differente. Per come l’ho sperimentata io, la ML è una chiave per interpretare reazioni diverse di fronte a sfide simili, quindi il presupposto dovrebbe essere che i personaggi hanno caratteristiche simili. Immaginavo che questo avrebbe facilitato l’analisi. Invece interviene Alessandro a sostegno dell’idea di Rebecca: le due donne perdono qualcuno che amano molto, hanno questo in comune. A quel punto ammetto che l’idea mi convince: Giovanna è una donna matura e decisa, e dopo la perdita del marito e del figlio non si lascia travolgere dal dolore. Mi sono domandata quali parole avrebbe per la ragazza inesperta, consumata dalla disperazione quando scopre l’assassinio del suo Lorenzo. Alessandro, però, quasi subito ammette che non riesce a capire come mai l’una, dopo il grave lutto, si riprenda e l’altra, invece, perda completamente il contatto con la realtà e cada in depressione. Capita spesso che lui abbia intuizioni stimolanti che poi non riesce a portare oltre la superficie, gli manca il rigore del lavoro sul testo. Non mi resta che la più efficace delle consulenze di lettura: “Hai cercato nel testo le risposte alle domande-guida della ML? Ti si chiede ad esempio com’è il suo carattere all’inizio, chi sono le persone di cui si può fidare. Se non ricostruisci il mondo che ognuna aveva intorno prima del lutto, non riuscirai a capire cosa l’ha tenuta ancorata alla vita, e cosa invece le ha fatto franare ogni sicurezza”.
Sulla scia di questa idea dei compagni, nel saggio di Martina ho trovato addirittura una connessione intertestuale: Lisabetta da Messina che sprofonda nella depressione le ricorda la protagonista di un romanzo youth fiction che ha tanto amato.
Infine, questa è la lavagnata in cui ho sintetizzato i temi che il gruppo di lavoro su Nastagio degli Onesti ha evinto dal testo grazie alla strategia Main Side Hidden (5)
Un aspetto che amo del fare letteratura in questo modo è che io per prima raccolgo idee inedite da ogni classe. Nel precedente triennio, Boccaccio aveva suscitato soprattutto discussioni intorno alla condizione delle donne; quest’anno invece ci siamo soffermati a lungo sulle debolezze di personaggi come Lisabetta e Calandrino, e la scoperta è stata che la differenza, nella vita, la fa la forza che trai da chi ti ama e crede in te.
Ci sono canti della Commedia o novelle che sono proposte fisse per tutte le classi, ma altre sono scelte che maturo durante il percorso, seguendo le inclinazioni del gruppo e i filoni di interesse. Anche questa libertà è un valore aggiunto e stimola prima di tutto me come professionista, permettendomi di essere davvero modello della ricerca sempre autentica che pretendo dai ragazzi.
Accumulato tanto materiale originale sui nostri taccuini, siamo arrivati alla stesura del saggio. Ne tratteremo nella quarta parte di questa serie.
- Read, Write, Teach, Heinemann, 2014.
- Per la letteratura nel WRW cfr. ad es. gli articoli “Il laboratorio e la lettura: diario di viaggio”. “Anche Foscolo, Anche Dante”
-
In quel caso si trattava soprattutto di ML per l’analisi del personaggio: cause e conseguenze delle sue scelte, i conflitti interiori ed esteriori, rapporti con i personaggi secondari, influsso del setting sulle sue scelte etc …
- Jennifer Serravallo, The Reading Strategies Book, Heinemann, 2015.
- Routine di pensiero che avevamo sperimentato sul racconto illustrato Il selvaggio, di Almond e McKean. In breve, si tratta di compilare due riassunti molto sintetici, suddivisi fra le azioni che compie il protagonista (Main), e quelle dei personaggi secondari (Side). Dopo questa distinzione, solo in apparenza meccanica, ognuno è in grado di identificare i temi nascosti (Hidden) che più lo hanno appassionato di quel testo. Cfr. R. Ritchhart – M. Church, The Power of Making Thinking Visible: Practices to Engage and Empower All Learners, Jossey-Bass Inc. Pub, 2020.
Docente di lettere presso la Scuola secondaria di I grado G. Fassi di Carpi (MO), è cofondatrice insieme a Jenny Poletti Riz ed Elisa Turrini di “Italian Writing Teachers”. Studiosa in continua ricerca, svolge attività di formatrice sul Writing and Reading Workshop.
Scrivere di ciò che si legge: verso il commento letterario – III parte
Siamo alla terza tappa di una serie di articoli dedicati a un ideale passaggio fra didattica più o meno tradizionale (anche se, abbiamo visto, si può praticare con quote diverse di inserti laboratoriali) e il laboratorio di scrittura.
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L’esempio specifico a metà strada tra scrittura su traccia e scrittura autentica di cui parleremo è il saggio – recensione o commento letterario. Lo intendiamo come prova finale di un’unità di analisi su un autore o un’opera.
Queste le competenze necessarie per i lettori a cui chiederemo il saggio – recensione: durante la lettura ad alta voce, sono attivi nella negoziazione dei significati, usando il taccuino per i quickwrite e per fissare quello che emerge dai confronti in plenaria; leggono recensioni per scegliere in autonomia e presentano oralmente libri ai compagni (book talk); nella lettura autonoma sono in grado di scegliere alcune ML da cui partire per le annotazioni.
Presupposto per il docente sarà aver programmato gli stimoli per le annotazioni che i ragazzi useranno per rispondere in modo personale alla traccia. Così si guidano i lettori lasciandoli comunque liberi di esplorare varie piste di interpretazione, svincolati da percorsi tematici preconfezionati. Dato quindi un genere e una traccia uguali per tutti, il docente può prepararsi a ricevere testi tutti diversi per contenuti e struttura.
Il primo saggio letterario lo affrontiamo verso l’inverno della seconda, perché questa idea è nata leggendo nelle classi Dante e Boccaccio: l’interesse così acceso per le vicende dei dannati o per il rapporto con Beatrice; i lunghi dibattiti sulle scelte a volte estreme dei personaggi del Decameron… ci è sembrato che tanta passione fornisse la giusta motivazione per un testo-ponte tra espositivo e argomentativo.
Vedremo i passaggi del processo di scrittura del saggio nella quarta parte di questa serie di articoli. Qui chiariremo prima di tutto come facciamo letteratura italiana nella cornice del WRW. (2)
Il principio base è fornire il tempo e gli strumenti per comprendere in profondità i personaggi e le storie; sono le loro opere la fonte da cui vogliamo conoscere gli autori. Prepariamo i nostri lettori fin dal periodo dell’accoglienza, con prompt di diverso tipo, ad essere coinvolti e autentici di fronte a un testo. Il taccuino è uno spazio in cui reagiscono alle letture, scoprendo che hanno opinioni che vale la pena annotare e, se vogliono, condividere; lì trovano ed esercitano la propria voce. Trama e setting, personaggi, lessico e linguaggio figurato, temi e insegnamenti di vita sono i binari su cui imparano a muoversi, in un crescendo guidato di approfondimento. Quando si affronta la letteratura antica, e in prima accade già con il mito e l’epica, i medesimi strumenti di indagine e riflessione che abbiamo applicato alla youth fiction sono a loro disposizione anche per questi testi di diversa complessità. In un secondo momento, trovano spazio le lezioni sul periodo storico e la biografia dell’autore: questo movimento dalle opere all’autore è simile a come agisce un vero lettore, che cerca informazioni solo se si è appassionato.
Alcuni spicchi di vita di classe possono mostrare come germoglia il confronto se ragazzi anche molto giovani possiedono strategie per dialogare con l’opera letteraria.
Il primo anno in cui proposi la Commedia con queste modalità(3), restò impresso a molti il punto di vista di Raffaele sugli ignavi: disse che la condanna di Dante era ingiusta, sono persone insicure che meritano di essere protette, non punite. Dopo una vita intera di debolezza che li ha costretti a subire le decisioni degli altri, nell’aldilà dovrebbero trovare la pace della beatitudine invece delle pene infernali. Il mio ruolo non fu discutere nel merito delle opinioni bensì fornire conoscenze e strategie per sostenere un confronto che andasse oltre le considerazioni personali. Quindi feci una lezione sul ruolo politico dell’autore e le sue scelte anche da esiliato; come strategie, chiesi che cercassero connessioni personali o intertestuali. Nei saggi dei compagni ritrovai l’eco della condivisione di Raffaele: Matteo affermava che un’amica della sorella maggiore era come gli ignavi, perché non era andata a votare. E da questa connessione diede il via alle proprie considerazioni su quei versi.
Uno sguardo critico verso l’opera passa prima attraverso il filtro del proprio orizzonte storico – culturale; compito del docente è alzare lo sguardo verso quello dell’autore e, dal confronto fra i due, cogliere con gli studenti gli aspetti di quell’opera che ne fanno un classico di respiro universale. Generalmente la cosiddetta didattica tradizionale dà per scontati i primi passaggi, chiedendo soprattutto ai ragazzi di riferire letture critiche di studiosi che hanno completato il proprio lavoro su quei testi. Eppure, sia noi sia gli esperti accademici abbiamo scelto di studiare quei particolari autori mossi dall’interesse e dalla passione. Questo è il passaggio che la scuola non dovrebbe trascurare.
Anche il Decameron è una fonte ricca di tematiche su cui i ragazzi possono scrivere. Qualche anno fa, ho chiesto un’opinione sul comportamento di Landolfo Rufolo, che diventa pirata per evitare il disonore di tornare a casa senza aver raddoppiato il patrimonio, e ci siamo trovati quasi spaccati a metà. È evidente che l’autore approva la sua scelta, ma metà dei miei lettori lo riteneva completamente da biasimare e hanno dibattuto a lungo su quali scelte alternative avrebbe avuto. Ho chiesto le motivazioni di ciascuna fazione, in gruppo, hanno costruito una sorta di dibattito con prove a supporto ricavate dal testo stesso.
Questa, invece, è stata la conversazione nata quest’anno su come applicare la ML Confronto fra personaggi (4). Dopo aver letto più novelle, Rebecca dichiara che farà dialogare Lisabetta da Messina e monna Giovanna, amata da Federigo degli Alberighi. Rispondo che non sono d’accordo, perché queste due protagoniste hanno età e background molto differente. Per come l’ho sperimentata io, la ML è una chiave per interpretare reazioni diverse di fronte a sfide simili, quindi il presupposto dovrebbe essere che i personaggi hanno caratteristiche simili. Immaginavo che questo avrebbe facilitato l’analisi. Invece interviene Alessandro a sostegno dell’idea di Rebecca: le due donne perdono qualcuno che amano molto, hanno questo in comune. A quel punto ammetto che l’idea mi convince: Giovanna è una donna matura e decisa, e dopo la perdita del marito e del figlio non si lascia travolgere dal dolore. Mi sono domandata quali parole avrebbe per la ragazza inesperta, consumata dalla disperazione quando scopre l’assassinio del suo Lorenzo. Alessandro, però, quasi subito ammette che non riesce a capire come mai l’una, dopo il grave lutto, si riprenda e l’altra, invece, perda completamente il contatto con la realtà e cada in depressione. Capita spesso che lui abbia intuizioni stimolanti che poi non riesce a portare oltre la superficie, gli manca il rigore del lavoro sul testo. Non mi resta che la più efficace delle consulenze di lettura: “Hai cercato nel testo le risposte alle domande-guida della ML? Ti si chiede ad esempio com’è il suo carattere all’inizio, chi sono le persone di cui si può fidare. Se non ricostruisci il mondo che ognuna aveva intorno prima del lutto, non riuscirai a capire cosa l’ha tenuta ancorata alla vita, e cosa invece le ha fatto franare ogni sicurezza”.
Sulla scia di questa idea dei compagni, nel saggio di Martina ho trovato addirittura una connessione intertestuale: Lisabetta da Messina che sprofonda nella depressione le ricorda la protagonista di un romanzo youth fiction che ha tanto amato.
Infine, questa è la lavagnata in cui ho sintetizzato i temi che il gruppo di lavoro su Nastagio degli Onesti ha evinto dal testo grazie alla strategia Main Side Hidden (5)
Un aspetto che amo del fare letteratura in questo modo è che io per prima raccolgo idee inedite da ogni classe. Nel precedente triennio, Boccaccio aveva suscitato soprattutto discussioni intorno alla condizione delle donne; quest’anno invece ci siamo soffermati a lungo sulle debolezze di personaggi come Lisabetta e Calandrino, e la scoperta è stata che la differenza, nella vita, la fa la forza che trai da chi ti ama e crede in te.
Ci sono canti della Commedia o novelle che sono proposte fisse per tutte le classi, ma altre sono scelte che maturo durante il percorso, seguendo le inclinazioni del gruppo e i filoni di interesse. Anche questa libertà è un valore aggiunto e stimola prima di tutto me come professionista, permettendomi di essere davvero modello della ricerca sempre autentica che pretendo dai ragazzi.
Accumulato tanto materiale originale sui nostri taccuini, siamo arrivati alla stesura del saggio. Ne tratteremo nella quarta parte di questa serie.
Docente di lettere presso la Scuola secondaria di I grado G. Fassi di Carpi (MO), è cofondatrice insieme a Jenny Poletti Riz ed Elisa Turrini di “Italian Writing Teachers”. Studiosa in continua ricerca, svolge attività di formatrice sul Writing and Reading Workshop.