Quinta di copertina: un modello per il taccuino del docente

Quinta di copertina: un modello per il taccuino del docente

Cosa vorrebbe essere “Quinta di copertina”

Ricordate questo testo illuminante di Serravallo, Understanding Text and Readers?

L’assunto di base è: dai il libro giusto al lettore giusto! La comprensione è la conditio sine qua non affinché il lettore possa o ritrovarsi o esplorare con interesse situazioni e sensibilità che gli sono del tutto nuove. La comprensione è tutto, appunto. 

Da qui l’idea di fornire una serie di recensioni che rispondano a questa esigenza del docente: conoscere i requisiti di difficoltà di un romanzo che vorresti portare ai ragazzi per decidere se leggerlo o no.

Abbiamo chiamato la rubrica Quinta di copertina nell’intento di dare indicazioni didattiche per chi pratica educazione alla lettura, quelle che non sono né nei risvolti né nella quarta. 

Non troverete la trama in questi articoli: quella è reperibile dovunque (ed è bene leggerla prima di questo pezzo). L’analisi che offriamo segue gli assi narratologici attraverso i quali si sviluppano le competenze di un lettore nel laboratorio: comprensione di trama e setting, dei personaggi, del lessico e del linguaggio figurato, dei temi o insegnamenti di vita. Vorremmo fornire un modello di lavoro per letture mirate e approfondite, ovvero per il taccuino del docente, quello che ci consente di avere pronti degli stimoli sia per il confronto nella lettura a voce alta sia per le consulenze individuali.

 

Quinta di copertina: cominciamo da Stranger

Quattro romanzi di livello medio-alto per le difficoltà di lettura, perché portano su piani spazio-temporali diversi ed esplorano punti di vista che si alternano. Vanno quindi intesi come un ideale percorso per chi si appassiona all’atmosfera cupa, che pervade i primi due, e chiede altri titoli simili per grandi temi e sfide che affrontano i personaggi. 

Stranger, di Keren David, lo vedo adatto dai 13 ai 17 anni, anche per lettori deboli. A partire da questo, del quale fornisco l’analisi più dettagliata, ho scelto gli altri tre, da tenere in biblioteca di classe. Lucas, Una storia di amore e odio, di Kevin Brooks, benché narrato da un unico punto di vista e seguendo la cronologia degli eventi, lo penso per il medesimo target, data la durezza dei fatti, esplicitata subito da una tragica anticipazione. 

I due titoli di Benedetta Bonfiglioli, invece, hanno un finale di apertura e di speranza, in cui si sciolgono molti dei conflitti interiori che hanno tormentato i protagonisti. Richiedono maggiore allenamento alla comprensione del personaggio, come vedremo. Consigliati per lettori dai 14 anni (fino agli adulti), ma esperti o molto guidati fin dall’incipit. 

Praticabile anche la lettura a voce alta per questi ultimi, sconsigliata invece per Stranger e Lucas, perché il ritmo della narrazione è spesso lento.

 

Stranger di Keren David

 

SETTING e TRAMA

Piccola cittadina del Canada, Astor, di cui vengono vissuti pochi ambienti, quindi non risulta particolarmente diversa da una italiana, a parte la presenza della foresta nell’immediata periferia. 

I capitoli si dividono fra due piani temporali: Astor agli inizi del ‘900 e negli anni ‘90. Quelli dedicati alla vicenda antica mostrano una comunità di pionieri, i rapporti di potere ancora risentono di un clima in cui le famiglie dei fondatori dettano i codici di comportamento; circa un secolo dopo, vediamo i loro discendenti, consapevoli dei ruoli esercitati dagli avi ma del tutto svincolati da essi. 

I salti temporali e del punto di vista avvengono ogni tre o quattro capitoli.  Questo complica solo in parte i passaggi per la soluzione del mistero: anche dimenticando alcuni dettagli dell’indagine, si riesce a ricostruire l’insieme. I colpi di scena non risultano difficili da comprendere perché l’autrice dedica tempo a spiegarli bene: li fa accadere nel tempo passato e li riprende, poi, con lo sguardo a posteriori dei personaggi a noi contemporanei. 

 

PERSONAGGI

Abbiamo due protagoniste.

Emmy è una voce di adulta che racconta al figlio, registrando audiocassette, il passato segreto della loro famiglia. Spiega le attese sociali di quel tempo, rendendo comprensibile lo scarto di alcuni comportamenti rispetto a quelli di oggi. Non vediamo Emmy fare cambiamenti nel corso della vicenda e non è immediato empatizzare con lei: la narratrice adulta tiene sotto controllo le proprie emozioni e quelle della sé ragazzina che aveva vissuto la vicenda. Il suo essere coraggiosa e determinata anche contro il parere altrui ne fa una figura granitica; il suo intento è chiarire le motivazioni che hanno portato lei e i suoi famigliari a fare scelte estreme; tutto è narrato senza contraddizioni perché ormai parte del passato. Le sue numerose anticipazioni sono un aiuto ulteriore per il lettore poco esperto: capiamo infatti da subito che ci sarà un segreto a legare Emmy e il ragazzo misterioso. 

Al suo fianco spicca particolarmente la madre, modello di comportamento anticonformista.

Megan bisnipote di Emmy, torna ad Astor per riprendersi da una crisi profonda. Si mostra molto confusa e amareggiata dal modo in cui il fidanzato ha tradito la sua fiducia, e si sente in colpa per non aver capito che tipo di persona fosse. Il salto fra le due protagoniste non è complesso perché Emmy mi sembra che abbia molto più spazio e soprattutto ha un tema unico in testa, cioè Tom, il ragazzo selvaggio. Sono più numerosi i personaggi che influenzano Megan, ma la comprensione delle sue motivazioni è immediata perché lei stessa esplicita ogni sua scelta. 

 

Prove che affrontano i due personaggi.

Emmy vive un’unica prova molto forte e ne esce direi schiacciata. Aveva avuto ragione a fidarsi delle buone intenzioni di Tom, tuttavia lo perde. Nonostante il rimpianto, ha costruito una famiglia numerosa e rispettata. Forse, la vera protagonista non è lei ragazzina bensì l’adulta, che spera che il suo grande amore abbia potuto rifarsi una vita, e questo le ha dato la forza di mantenere il segreto sulle origini del figlio. 

 

Megan deve andare oltre il trauma appena subito, trovare la forza di ricominciare e lo fa: rispetto al suo comportamento apatico dell’inizio, si scopre in grado di prendere decisioni e raggiungere degli obiettivi. Nel finale, infatti, ringrazia la bisnonna Emmy e le altre donne di cui ha scoperto la storia perché le hanno insegnato a vivere. Ognuna di loro ha affrontato in modo diverso l’esperienza di una gravidanza inattesa e credo che questo libro voglia mostrarci che non esistono scelte giuste o sbagliate a priori. Un esempio di questo sguardo senza pregiudizi è che Megan finisce per accettare il divorzio dei genitori, di cui prima riteneva responsabile solo la madre. Questo intento didascalico emerge chiaramente: penso a quanto sono strumentali due personaggi secondari, la madre di Tom e quella di Sam, ulteriori tasselli per l’elenco di donne che hanno saputo essere madri e formarsi una famiglia in condizioni avverse. 

Tom è soltanto una vittima, devastato dal contesto deprivato e dai traumi che ha subito durante l’infanzia. Dimostra una capacità di ripresa forse un po’ troppo lineare. Allo stesso modo vedo Sam, che si dedica interamente alla famiglia in difficoltà. Dei due, trovo Sam più credibile come giovane già adulto e responsabile, perché ha avuto un’infanzia piena d’amore, è stato curato e stimato dagli adulti che poi, in un modo o nell’altro, lo hanno abbandonato. Tom, risulta un personaggio un po’ stereotipato: un animo buono, destinato a subire e a sacrificarsi. Nessuno dei due ha evoluzioni nel corso della storia. 

È arduo ricordare i tanti nomi di personaggi secondari delle due epoche, avi e bisnipoti. Si può suggerire al lettore meno esperto di fare un elenco, separando i due setting e corredando i nomi con breve descrizione (amico/nemico di… sposato a.. ).

 

LESSICO E LINGUAGGIO FIGURATO

Lessico molto semplice e non è presente il linguaggio figurato; l’aggettivazione è piana.

 

TEMI E INSEGNAMENTI DI VITA

  • reagire ai momenti di crisi 
  • affettività e sessualità in adolescenza
  • famiglie (ricostruite o tenute insieme nonostante tutto, che vanno a pezzi o nascondono segreti)
  • pregiudizio: riguardo a Tom, il narratore ripete più e più volte che siamo tutti stranieri (vero in particolar modo per una storia ambientata in Canada)
  • legame con le radici familiari 
  • autonomia della donna 
  • degrado sociale e conseguenze della violenza psicologica

 

Romanzi affini e strategie utili

Ho pensato a tre titoli che si collegano a Stranger per atmosfera e per tematiche. Anche Lucas è pervaso da un senso di ineluttabilità del dramma, e ci mostra personaggi forti, animati da una determinazione inarrestabile. Non noto difficoltà per quanto riguarda il lessico. L’ambientazione è molto di impatto e, grazie alle lunghe sequenze descrittive, l’atmosfera gradualmente diventa opprimente. La protagonista è il centro attorno al quale si annodano i tanti fili di questa trama, perché si sente lacerata nel profondo dalle tensioni che vive e subisce suo malgrado. C’è una costellazione di personaggi che suggerisco di far disegnare per visualizzare gli effetti che ha su di lei: la sua famiglia in equilibrio precario per il conflitto col fratello, il ragazzo misterioso di cui si innamora, le amicizie vere o presunte, il gruppo o meglio il branco… Sono tante le idee che smuovono il pensiero pur riuscendo a mantenersi una lettura semplice, accessibile anche ai meno esperti. 

 

Più marcate le difficoltà di comprensione quando parliamo dei libri di Benedetta Bonfiglioli. Tutte le cose lasciate a metà ha una struttura fissa fino a oltre la metà: i capitoli alternano la voce di due protagoniste, Cora e Iride; non solo due donne con un’età e un’esperienza di vita diversa, si tratta proprio di storie avvenute in tempi distanti. Quando lo presento, esplicito ai miei alunni questo scoglio iniziale leggendo a voce alta i primi due capitoli, per individuare le informazioni su ognuna. Così il lettore familiarizza con le protagoniste e riesce a ritrovarle poi, quando i due piani narrativi interagiscono nel presente narrativo. 

Il linguaggio figurato e l’aggettivazione sono un tratto originale della scrittura di Bonfiglioli, quindi bisognerà conoscere bene questo libro, per fare delle consulenze ai nostri lettori e aiutarli a diventare “ladri di parole”, come dicono i miei lettori quando andiamo a cogliere le particolarità stilistiche. 

Infine, le grandi idee che animano la storia di Cora e Iride: lo scopriamo tardi che c’è anche una gravidanza indesiderata, uno dei motivi, oltre al gioco spazio-temporale, che mi fa avvicinare questo libro a Stranger. A quel punto, il lettore conosce già molto dei personaggi: il loro rapporto con la famiglia, col proprio corpo, le storie d’amore che le hanno segnate, le amicizie vere e presunte, i ricordi d’infanzia, le occasioni perdute. Siamo oltre metà libro; in passato mi è successo di aver trascurato le consulenze di lettura con qualche alunno meno esperto, scoprendo troppo tardi che non aveva compreso le motivazioni e le conseguenze delle scelte dei personaggi. In una buona storia, anche il lavoro sul personaggio ci porta a cogliere un insegnamento di vita, un tema che ci ha mosso a riflettere su di noi o su storie intorno a noi. 

È costruito così anche Senza una buona ragione. Conosciamo Bianca come persona, non è definita soltanto dal suo problema; viviamo la sua minuscola cerchia familiare, la piccola città, il liceo… Ed è in questa normalità che si innesta quello che è uno dei temi prepotenti di questo libro, la manipolazione mentale, che arriva fino allo stalking e al reato. Stranger mostra la violenza psicologica che Tom aveva subito da parte del suo presunto padre: viveva nel terrore e nella convinzione di non valere nulla, ma è il punto di vista di Emmy adulta che ci spiega perché lui non aveva mai reagito. Troviamo ben tre narratori in Senza una buona ragione: il lettore va guidato a separarne le voci. La difficoltà di capire perché Bianca subisce senza chiedere aiuto risiede appunto nel fatto che entriamo nel suo mondo interiore. Il lettore è oppresso dalla sua stessa solitudine, dipendente dallo sguardo di un’unica persona, senza nessun adulto che le crede, carica di una crescente vergogna e per questo alla ricerca di ancora più isolamento, per non dover affrontare il giudizio degli altri. 

In apparenza, questi libri trattano argomenti come il bullismo o la sessualità in adolescenza; credo che una lettura con gli strumenti del laboratorio serva a mostrare ai lettori come riconoscere aspetti della vita che ci sono vicini anche in situazioni molto lontane da noi, da cui l’importanza di insegnare a distinguere fra argomento della trama e insegnamenti di vita che ognuno recepisce da una storia. Questo, sostanzialmente, l’obiettivo del percorso che ho idealmente delineato per accompagnare la crescita dei nostri lettori.

 

 

Bibliografia:

Jennifer Serravallo, Understanding Texts & Readers: Responsive Comprehension Instruction with Leveled Texts

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