Quinta di copertina: affrontiamo l’avventura con La più grande
La più grande è un romanzo coinvolgente sotto diversi aspetti, perché dà spazio all’evoluzione della protagonista all’interno di una cornice esotica, e gli eventi si susseguono incalzanti, senza cadute di ritmo. Queste sono le caratteristiche che consentono di proporlo anche a lettori che non sarebbero in grado di portare a termine un volume di questa mole.
Non capita spesso di trovare personaggi interessanti in un romanzo d’avventura: spesso le peripezie diventano la parte predominante del racconto, sbilanciando l’interesse verso la trama. A quel punto, se ho letto solo per sapere come va a finire, forse ho provato un’esperienza emozionante che ha lasciato però poche tracce in me.
Un altro scoglio che l’avventura può porre ai lettori meno motivati è il setting: classicamente l’eroe lascia famiglia e casa per terre lontane, costellate di pericoli. Perciò gli autori danno spazio a descrizioni dettagliate oppure, se scelgono un’ambientazione storica, mettono in scena una vita quotidiana e rapporti fra le persone che si discostano dalle nostre abitudini: un lettore impaziente fatica quando non accade nulla, secondo il suo punto di vista, e va sostenuto.
Con i titoli che presentiamo, cercheremo di delineare un’esperienza di lettura non improntata soltanto all’intrattenimento, benché non dovranno certo mancare, in biblioteca di classe, anche i libri in cui predomina il puro gusto per l’avventura.
SETTING e TRAMA
La Cina del diciottesimo secolo viene illustrata da uno snello apparato premesso al romanzo e da un glossario che si può consultare di volta in volta. Le descrizioni degli ambienti, sostanzialmente le navi dei pirati e la città di Canton, sono efficaci e semplici e aiutano il lettore a visualizzare quel mondo.
Il racconto segue la progressione cronologica ed abbiamo un unico narratore. I capitoli hanno come titolo le età di Yu e scandiscono la sua vita in blocchi di alcuni anni. In ognuno troviamo un momento di svolta, non soltanto perché cambia lo status della protagonista, da bambina a giovane comandante, madre e infine ammiraglio, ma anche perché sono sempre diverse le difficoltà che la aggrediscono dall’esterno e i conflitti interiori che ne derivano.
Le scene d’azione sono una parte importante (impossibile non pensare agli anime giapponesi quando le mosse dei combattimenti vengono evocate con nomi propri!) ma non appesantiscono la lettura, a meno che non si abbia un’avversione proprio per le arti marziali. Il capitolo che forse mette più alla prova lettori alla ricerca di emozioni incalzanti è quello in cui Yu è prigioniera nella fortezza sperduta e subisce torture atroci. Per proteggersi dalle violenze fisiche e morali che le infliggono, lei si crea uno spazio mentale, “la locanda dell’anima”, rifugio che le consente di mantenere la speranza e la lucidità per sfruttare l’occasione in cui potrà fuggire. Il ritmo rallenta inevitabilmente, ma se in consulenza abbiamo suggerito molte strategie di avvicinamento al personaggio, a questo punto è impossibile perdere interesse, perché la protagonista sembra non avere possibilità di fuga e la tensione è altissima. Nei capitoli precedenti ha rischiato la vita più volte, ma questo è un momento diverso e credo sia una buona occasione per proporre una strategia complessa, ovvero leggere da scrittori, nota anche come Salta fuori (dal libro). Queste le domande-stimolo: perché l’autore inserisce una scena così particolare proprio a questo punto del romanzo? Che effetto vuole ottenere? Come mi fa sentire? È cambiato qualcosa nel mio modo di vedere il personaggio dopo questa scena?
L’ultima domanda esplora anche il rapporto del lettore con la protagonista. In genere, le strategie di comprensione e analisi sono focalizzate su un solo aspetto, agevolando così anche i meno esperti ad acquisire competenze specifiche. Tuttavia, non dobbiamo dimenticare che la finalità ultima del laboratorio di lettura è l’autonomia dei lettori stessi, fare in modo che godano pienamente del testo. Quindi è bene ricordare spesso, facendo modeling, che a questo concorrono tutte le diverse strategie: essere attivamente coinvolti nella storia! Ecco perché, nell’ambito dell’analisi della trama finiamo per domandarci se una scena serve a mostrarci la protagonista sotto una nuova luce: se fosse stata prima o dopo, non avrebbe suscitato in noi le stesse reazioni.
PERSONAGGI
Yu bambina mi ricorda Harry Potter: è pronta a tutto pur di salvarsi, nella sua solitudine non ha nulla da perdere. Ho avvicinato due personaggi che in apparenza hanno poco in comune: il paragone è funzionale per comprendere la condizione di una bimba tenuta schiava, che sopporta le violenze del padrone e non si lascia sfuggire l’occasione di imparare le arti marziali per proteggersi. È una personalità che definirei moderna, vicina a come siamo abituati a concepire un’eroina non solo di un romanzo di youth fiction ambientato nel presente, ma persino di tanti distopici, in cui la protagonista reagisce alle privazioni sviluppando una forza interiore e una sicurezza personale eccezionali. Ritengo che questo tratto faciliti la comprensione della protagonista, ma per i più fragili sarà necessario, appunto, suggerire il confronto con le reazioni e le risorse di personaggi della stessa età ma con diverso ambiente familiare, a prescindere dal genere letterario in cui sono inseriti. Va notata la modalità particolare che utilizza l’autore per esplorare l’interiorità di Yu: sono gli occhi degli altri che la scrutano e ne esplicitano punti di forza e debolezze. Penso all’amica danzatrice che si stupisce del suo coraggio, sempre trasparente nel suo modo di comunicare. O all’unico momento romantico tra lei e Tigre blu, sconcertato nel trovare in quella comandante astuta anche una timida ragazza innamorata.
Gli alleati di Yu sono pochi ma fedeli fino alla fine. Sono figure che la proteggono, la stimolano e sarà naturale proporre di cercare connessioni con l’esperienza delle amicizie dei nostri lettori e lettrici.
Prove che affrontano i personaggi
L’avventura è un genere in cui spesso ai conflitti esteriori, ad esempio un acerrimo nemico, si aggiungono problemi di ordine più ampio che procurano limitazioni e influiscono sulle sue scelte: guerre, catastrofi ambientali, complotti… La storia di Yu ingloba entrambe queste dinamiche e servirà che i lettori sappiano distinguere i diversi livelli delle forze che si scontrano e a cui lei deve fare fronte.
LESSICO E LINGUAGGIO FIGURATO
Lessico semplice; il linguaggio figurato consiste soprattutto di paragoni e metafore suggestive ma comprensibili. L’aggettivazione è piana. Le scene di battaglia sono concitate ed entusiasmanti, mai troppo lunghe.
TEMI E INSEGNAMENTI DI VITA
- indipendenza, scegliersi il proprio percorso di vita
- etica di comportamento: non possiamo fare a meno di essere per tutto il libro dalla parte della piratessa, contro l’imperatore e i suoi funzionari corrotti. Eppure, un pensiero sulla pirateria emerge spesso in Yu. Per lei è sinonimo di libertà ma è consapevole che servono codici di condotta per non essere inutilmente crudeli.
Romanzi affini e strategie utili
Rundell
Capriole sotto il temporale ci porta in un setting spiazzante rispetto alla youth fiction e ha una protagonista molto diversa dalle eroine stereotipate dell’avventura.
Il movimento di partenza verso l’ignoto è contrario a quello classico del ciclo dell’eroe: l’Africa è casa, lei sa muoversi dove noi vedremmo solo pericoli. Diventano per lei incomprensibili una città occidentale e le abitudini per noi quotidiane. E fallisce, perché si lascia andare, non ha appigli interiori per sopportare, nella solitudine, anche lo straniamento rispetto a chi era in precedenza. Dei personaggi di questo libro mi piace che l’autrice metta in mostra le tante fragilità, come per esplorarli insieme ai lettori. I suoi personaggi sbagliano di fronte alle prove importanti della vita ma Rundell non ha un intento moraleggiante. Non danno sicurezze, come accade con gli eroi che superano prove terribili, e lasciano invece molte domande.
Matteo Righetto
La pelle dell’orso. Un romanzo breve, con pochi personaggi e un protagonista molto giovane ma che richiede un lavoro di analisi a più riprese durante tutto l’arco narrativo. Esemplare per mostrare che un personaggio è multisfaccettato, riserva sorprese. Nel corso del libro, inoltre, i lettori cambiano radicalmente opinione sul padre di Domenico: insieme al ragazzo, scopriamo il suo passato e le origini della vita da escluso che vive e fa vivere al figlio. Per queste caratteristiche, è stata un’esperienza di lettura corale molto efficace, che ha fatto crescere le competenze di una classe 1 della secondaria di 1 grado e ci ha appassionato a tal punto da tenerci saldamente legati alle nostre routine di condivisione anche durante la DaD!
La scrittura è curata e richiede di applicare strategie per trovare il significato dei termini dialettali, dei nomi degli oggetti di uso quotidiano in una casa di contadini del secolo scorso e degli animali e la vegetazione di montagna. È molto interessante far notare i verbi specifici e, nelle descrizioni, le luci e i colori, i profumi e le sensazioni tattili. Le sequenze descrittive sono brevi e non appesantiscono il ritmo della narrazione. La trama è semplice perché i personaggi sono proprio pochi, a parte il personaggio corale dei paesani che giocano un ruolo fondamentale per il destino di padre e figlio.
Devono esserci nella biblioteca di classe anche gli altri romanzi di Davide Morosinotto. Personalmente sono affezionata a Il rinomato catalogo e L’ultimo cacciatore, appena uscito. La maggiore difficoltà nei suoi libri resta l’ambientazione storica, una sfida profondamente educativa per gli adolescenti, che devono esplorare sensibilità ed esperienze di vita altre per comprendere il mondo a cui si stanno preparando.
Docente di lettere presso la Scuola secondaria di I grado G. Fassi di Carpi (MO), è cofondatrice insieme a Jenny Poletti Riz ed Elisa Turrini di “Italian Writing Teachers”. Studiosa in continua ricerca, svolge attività di formatrice sul Writing and Reading Workshop.