Leggere libri in classe ad alta voce. Dalla lettura alla realizzazione di una mostra in biblioteca.
La mia esperienza da studente
Un banco verdemare, di quelli che un tempo videro calami colmi di inchiostro e che hanno finito per esibire solo un’orbita vuota e scura, in alto, nell’angolo a destra. La luce artificiale piove dall’alto su una ventina di teste. Una donna, seduta alla cattedra, legge. Fuori, oltre i vetri delle finestre, un cielo grigio e la solita via del paese.
Questa è l’immagine che mi porto dentro della mia scuola media. Apparentemente piatta e a tratti anche triste, se non fosse per quella sensazione di calore che ancora oggi, a distanza di tanti anni, provo quando chiudendo gli occhi e osservando quella scena, sento la voce della mia insegnante di lettere. Sì, sento quella voce leggere libri. E ne ricordo ancora oggi i titoli: Ecap. Missione pianeta terra, Il coraggio di parlare, Il barone rampante, Se questo è un uomo…
Quelle letture ad alta voce fatte in classe mi sono rimaste nel cuore e gradualmente mi hanno avvicinato alla lettura individuale, silenziosa, intima. Piano piano hanno fatto di me una lettrice a vita.
La scelta del libro
Credo nasca da questo ricordo vivo, la convinzione che leggere per ore in classe sia un grande regalo che faccio ai miei alunni. Ma ho anche compreso, negli anni, che la sola lettura non basta, per creare lettori appassionati è necessario che si crei una comunità di lettori.
È un obiettivo ambizioso, ma a cui si deve tendere con tutte le forze e mettendo in atto più azioni. Una di queste, preziosa e proficua, resta proprio la lettura ad alta voce in classe.
Negli ultimi anni ho letto in classe molti libri. Li scelgo con cura, pensando ai vissuti personali dei ragazzi, alle dinamiche relazionali della classe, al percorso fino a quel momento fatto insieme. Li scelgo pensando a cosa vorrei che scoprissero del mondo, della vita e soprattutto di sé.
I libri che propongo alle classi li leggo sempre almeno due volte. Durante la prima lettura annoto osservazioni e faccio io stessa previsioni, cioè mi chiedo ad esempio cosa sceglierà di fare il protagonista, mi domando come reagirà a quel punto…Durante la seconda lettura mi annoto tutte le domande che mi nascono, osservo le contraddizioni che caratterizzano il protagonista, individuo il momento preciso in cui pensa o fa qualcosa di nuovo e i passi dove si intuisce che si è messo in moto un cambiamento.
Il lavoro svolto in classe: dalla lettura ad alta voce alla mostra.
L’anno scorso ho proposto una terna di autori e di libri. Tre possibili percorsi, tutti validi per la mia classe seconda. Ma ho lasciato che fossero loro a individuare quello che sentivano più vicino o più interessante o semplicemente il meno noioso.
La scelta è caduta su Il sole fra le dita di Gabriele Clima, un autore che io stessa avevo scoperto poco prima, ma che subito mi ha conquistata per contenuti e per stile.
Abbiamo dedicato alla lettura del libro quattro ore la settimana per un mese e mezzo. In queste ore ho proiettato alla Lim il libro e lo abbiamo letto a voce alta. I passaggi più complessi li ho letti io, mentre interi capitoli sono stati letti da chi di volta in volta lo desiderava.
La lettura del libro era accompagnata dalle domande e dalle osservazioni che mi ero annotata. Ecco, a proposito delle domande ho scoperto che prediligo quelle di cui in fondo non conosco nemmeno io la risposta, perché fanno nascere dialoghi profondi e costringono gli alunni a pensare e verificare costantemente se l’ipotesi avanzata è supportata dal testo.
Sia in classe sia a casa ho chiesto settimanalmente agli alunni di scrivere delle annotazioni (lunghezza una pagina) sul taccuino, talvolta legate a spunti offerti in classe, più spesso libere. All’inizio di ogni lezione ne leggevamo tre.
Al termine del libro ho proposto ai ragazzi di lavorare a coppie su un capitolo che ritenevano davvero significativo per loro. Dopo averlo riletto, dovevano rappresentarlo realizzando un manufatto (6 ore).
A fine marzo la classe ha incontrato l’autore al Festival della letteratura per ragazzi di Vertova (BG) e per l’occasione abbiamo preparato delle domande (molte erano le stesse su cui avevamo discusso in classe).
Dopo l’incontro, durante il laboratorio di scrittura, ho chiesto a ogni ragazzo di scrivere un testo a commento del proprio manufatto.
In alcuni di questi testi, i ragazzi esprimevano il desiderio di poter condividere con altri tutto il lavoro fatto sul libro e, parlandone in classe, è nata l’idea di realizzare una piccola mostra presso la biblioteca del paese.
Così nelle ultime due settimane di scuola, i ragazzi hanno rifinito i “lavoretti”, selezionato e copiato al pc le annotazioni e preparato i cartelloni. Infine, un pomeriggio di inizio giugno, con un gruppetto abbiamo allestito la mostra.
Conclusione
Il percorso è stato intenso. La lettura del libro ci ha permesso di affrontare tematiche forti (la diversità, il rapporto con il padre e con il proprio dolore, la paura di crescere) e il libro è stato davvero amato da tutti.
Per scelta non ho chiesto inizialmente alle famiglie di acquistare il libro: via via che leggevamo e soprattutto alla fine, molti alunni spontaneamente hanno chiesto ai genitori di averlo in dono. L’incontro con l’autore ha dato alla lettura del libro un ulteriore valore aggiunto perché ha sciolto molti dubbi e insieme ha motivato i ragazzi alla lettura individuale.
Infine il desiderio di voler condividere con altri il percorso fatto e la decisione di realizzare una mostra, ha messo in gioco molti ragazzi.
Alla fine dell’anno più di metà classe ha indicato nella lettura ad alta voce di questo libro uno dei momenti in cui “ha sentito di aver contribuito a far crescere la propria classe”.
Bibliografia:
Gabriele Clima, Il sole fra le dita, ed. San Paolo, 2016.
Aidain Chambers, Il lettore infinito, Modena 2015.
Frank Serafini, Around the Reading Workshop in 180 Days, Portsmouth 2006.
Ho incontrato a scuola chi mi ha stimolato a pensare e mi sono detta: “E se lo facessi anch’io”? Insegno in provincia di Bergamo nella scuola media e, sì, lo ammetto, mai avrei immaginato che fosse tanto bello.