LEGGERE DA LETTORI, LEGGERE DA SCRITTORI E… SCRIVERE IN PRIMA PRIMARIA

LEGGERE DA LETTORI, LEGGERE DA SCRITTORI E… SCRIVERE IN PRIMA PRIMARIA

LEGGERE DA LETTORI, LEGGERE DA SCRITTORI E… SCRIVERE IN PRIMA PRIMARIA

Tra i tanti albi in cui mi sono imbattuta lo scorso anno per la lettura ad alta voce nella mia prima primaria, uno mi ha colpita e convinta particolarmente per più motivi: la costruzione della storia con finale a sorpresa e la ripetizione di una stessa struttura narrativa, le illustrazioni, il divertimento di mio figlio di 5 anni mentre glielo leggevo (in realtà l’aveva scelto lui tramite il prestito bibliotecario alla scuola dell’infanzia). L’albo si intitola Ti mangio!, di John Fardell.

Siccome volevo lavorare sulla lettura delle immagini sia per comprendere meglio gli albi sia per utilizzare certe strategie di illustrazione nella scrittura e disegno delle proprie storie, Ti mangio! mi è sembrato l’albo giusto. In realtà avevamo già in precedenza osservato e analizzato le illustrazioni di altri albi (uno tra tutti Sulla collina, di L. Sarah e B. Devis), soffermandoci sulle espressioni dei volti e riflettendo su come queste veicolino stati d’animo; considerando la funzione che ha l’utilizzo di più immagini in una stessa pagina (aggiungere informazioni al testo); osservando come il colore del cielo indichi i diversi momenti della giornata e ipotizzando che il tempo meteorologico talvolta possa essere associato a stati d’animo particolari.

Con Ti mangio! volevo proporre un’analisi più approfondita delle illustrazioni.

Il percorso che ho progettato aveva i seguenti obiettivi:

  • prevedere lo sviluppo narrativo a partire dall’osservazione della copertina o da un punto del racconto;
  • comprendere una storia (trama, personaggi, intenzioni dell’autore);
  • osservare un’immagine, notare dettagli, fare ipotesi; 
  • utilizzare le strategie individuate in lettura, nella scrittura delle proprie storie.

Possiamo dividere il percorso in 5 momenti: 

  1. previsione e prima lettura ad alta voce; 
  2. discussione sul testo finalizzata alla comprensione; 
  3. seconda lettura con osservazione e analisi delle immagini; 
  4. scelta di una strategia di illustrazione e sua reificazione; 
  5. utilizzo della strategia nella scrittura delle proprie storie. 

Il percorso è stato svolto nel mese di aprile ed è durato circa sei lezioni, in media di un’ora l’una (essendo una classe prima, qualche lezione ha avuto una durata un po’ più lunga, qualcun’altra è stata più breve e questo è dipendeva soprattutto dal livello di attenzione che si riusciva e mantenere).

LEZIONE 1 

1.

Abbiamo iniziato, come sempre, con l’osservazione della copertina, finalizzata alla costruzione di ipotesi sulla storia. Sono solita sedermi su una sedia e tenere l’albo aperto rivolto agli alunni, seduti a loro volta per terra davanti a me. Utilizziamo la routine dell’OSSERVA-PENSA-CHIEDITI. Dico ai bambini di osservare la copertina e la quarta di copertina e di indicarmi tutto quello che vedono e che potrebbero toccare con un dito; in seguito chiedo loro di fare ipotesi sul contenuto della storia a partire da ciò che hanno osservato; infine di dirmi se restano loro curiosità. Il risultato è stato:

Osserva: COSA PUOI TOCCARE CON UN DITO? 

Un mostro, un bambino, una bambina, una foresta, un mostro che mangia il bambino, la coda di un altro mostro.

Pensa: DI COSA PARLERÀ LA STORIA?

Di un mostro che mangia i bambini; di un mostro che mangia un bambino e poi viene mangiato da un altro mostro (ins.: «Cosa te lo fa dire?», Sofia: «Perché c’è un altro mostro nella copertina (quarta di copertina) in basso»).

Chiediti: CHE CURIOSITÀ TI RESTANO? 

Nessuna in particolare.

Dopo la fase di previsione, ho cominciato la lettura ad alta voce, che si è subito interrotta per un secondo momento di produzione di ipotesi: al termine della tavola di seguito riportata, ho chiesto agli alunni cosa avrebbe potuto raccogliere Sara. Le ipotesi sono state: bacche, erba, una piuma per far starnutire il mostro. Abbiamo quindi proseguito la lettura ad alta voce fino alla fine.

2.

Al termine della lettura abbiamo avviato, come sempre, una conversazione a classe intera per reagire al testo e comprenderlo. Le domande input iniziali sono state: 

COSA VI È PIACIUTO DI PIÙ? COSA VI HA COLPITO? (IMPRESSIONI). 

Le risposte in generale sono state: il fatto che la rana provoca il singhiozzo; i più piccoli (mostri) nei più grandi; i momenti di inghiottimento dei mostri. Le tavole che gli alunni hanno maggiormente gradito sono state quelle che riporto in fig. 2.

A QUALI ALTRI LIBRI VI FA PENSARE QUESTO ALBO E PERCHÉ? (CONNESSIONI)

Le risposte hanno riguardato alcune letture che avevamo svolto in precedenza: Cornabicorna, di P. Bertrand e M. Bonniol, con la seguente motivazione: “Perché anche lì si ingrandisce e viene usata la tecnica dello zoom”.

Non aprire questo libro o peggio per te!, di A. Lee e H. McKenzie, perché il protagonista subisce un processo inverso a quello che avviene in Ti mangio!, cioè rimpicciolisce; in Ti mangio! sono i mostri più grandi che mangiano quelli più piccoli.

Mi volevo concentrare su impressioni e connessioni, così non ho chiesto se avessero domande. Sicuramente ce ne sarebbero state…

 

LEZIONE 2 

In una giornata successiva ho ripreso in mano l’albo e ho riavviato la conversazione con l’obiettivo di lavorare sulla comprensione degli elementi strutturali di una narrazione, ovvero trama, ambientazione e personaggi. Abbiamo utilizzato l’organizzatore grafico TUTTO IN UNA MANO. 

3.

Dopo aver reagito al testo e compreso gli elementi principali della storia, ovvero dopo aver letto con gli occhi del lettore, abbiamo avviato l’analisi delle immagini. Reputo questa attività di analisi una lettura con gli occhi dello scrittore, in quanto l’individuazione di strategie di illustrazione da imitare, da una parte può servire all’arricchimento di storie che si basano ancora sulla composizione per immagini (Serravallo, 2017), dall’altra potrà fare da volano per la trasposizione in scrittura delle stesse strategie (Katie Wood Ray, 2010). 

Ho avviato il lavoro proponendo la routine di pensiero NOTA – CHIEDITI – IPOTIZZA. L’obiettivo era quello di osservare le immagini, notare qualcosa di particolare nella tecnica illustrativa e ipotizzarne il motivo. Abbiamo proceduto nel seguente modo: ho digitalizzato l’albo e l’ho proiettato alla digital board. Ho applicato io per prima la routine, attuando il thinking aloud. Indicando l’immagine che segue ho quindi detto agli alunni: “Nella lettura mi ha colpito il fatto che molte scene siano divise in più momenti. Guardate questa: l’autore scrive Leo fu mangiato da un Inghiottone dei boschi, ma poi non rappresenta la situazione con una sola immagine (l’Inghiottone che mangia Leo), bensì con tre: una prima in cui l’Inghiottone lancia Leo, una seconda in cui lo prende in bocca, una terza in cui lo inghiotte (NOTO). 

Perché l’autore avrà fatto questa scelta? (MI CHIEDO)

Forse, per dare importanza a questa scena come a tutte quelle in cui i mostri mangiano altri mostri, l’ha «rallentata» dividendola in tre momenti (IPOTIZZO).

Chiamerei questa strategia RALLENTA LA SCENA”. 

 

Conclusa questa fase di modeling ho detto agli alunni: “Ora tocca a voi! Io rileggerò la storia mostrandovela alla digital board; ogni volta che notate qualcosa di particolare mi fermate e ne parliamo”. 

Le strategie illustrative che abbiamo individuato sono state: 

DETTAGLI NASCOSTI 

  • NOTIAMO CHE in ogni pagina c’è un dettaglio del mostro successivo che mangerà il precedente;
  • CI CHIEDIAMO PERCHÉ; 
  • IPOTIZZIAMO per incuriosirci, per creare attesa, suspense;
  • Chiamiamo la tecnica: DETTAGLI NASCOSTI.

 

ZOOM

  • NOTIAMO CHE l’immagine nella seconda tavola è molto ingrandita;
  • CI CHIEDIAMO PERCHÉ;
  • IPOTIZZIAMO per farla vedere meglio; per far vedere bene dove va Sara. In definitiva: per darle importanza, perché è un momento centrale, quello in cui finalmente Sarà potrà recuperare il fratello;
  • Chiamiamo la tecnica: ZOOM.

(Avevamo già incontrato questa strategia in altri albi, come detto in precedenza).

 

MAIUSCOLO «INGROSSA VOCE» 

  • NOTIAMO l’uso del maiuscolo
  • CI CHIEDIAMO PERCHÉ;
  • IPOTIZZIAMO: perché Leo strilla ed è arrabbiato;
  • chiamiamo la tecnica: MAIUSCOLO “INGROSSA VOCE”.

 

 

 

 

PUNTINI DI SOSPENSIONE

  • NOTIAMO: faccio osservare che in ogni pagina ci sono tre puntini, sempre dopo la parola «sfortunatamente» che viene prima del “giro pagina”;
  • PERCHÉ? Chiedo enfatizzando in lettura la parola “sfortunatamente”;
  • IPOTIZZANO: perché ci vuole incuriosire.
  • Chiamiamo la tecnica: PENSIERI SOSPESI


CALLIGRAMMA 

  • NOTIAMO che le parole sono a onda;
  • CI CHIEDIAMO PERCHÉ;
  • IPOTIZZIAMO: per farci provare quello che prova (e fa) il personaggio;
  • suggerisco di chiamare la strategia CALLIGRAMMA.

 

Via via che le strategie emergevano le appuntavo alla digital board.

 

LEZIONE 3

4.

Nella terza lezione (quarta fase del percorso) abbiamo ripercorso le strategie di illustrazione individuate e ho chiesto agli alunni quali delle tavole associate alle strategie avrebbero preferito riprodurre sul quaderno. Le due scelte sono state quella dello ZOOM e quella del CALLIGRAMMA. Riporto di seguito alcuni prodotti.

 

LEZIONE 4

5.

Dopo aver letto l’albo con gli occhi del lettore e dello scrittore, siamo passati alla connessione con il laboratorio di scrittura. Essendo quest’ultimo stato avviato nel mese di gennaio, gli alunni ad aprile avevano già prodotto alcuni libretti in cui raccontavano, con disegni e didascalie, episodi della loro vita. Ho dunque chiesto loro quali tra le due strategie riprodotte, ZOOM e CALLIGRAMMA, avrebbero voluto utilizzare nelle loro storie, così da arricchirle con una tecnica che usano i veri scrittori. La scelta è ricaduta sullo ZOOM. Pertanto ho avviato la successiva sessione di laboratorio (lezione 4) con una minilesson su questa strategia. 

Dopo la minilesson, gli alunni hanno continuato storie già avviate arricchendole con la tecnica dello ZOOM, oppure hanno ripreso in mano storie concluse e hanno aggiunto la scena zoomata.

LEZIONI 5 e 6

Per altre due sessioni di laboratorio di circa un’ora, gli alunni hanno proseguito le loro storie ampliandole con la strategia dello zoom. Chi terminava poteva avviare un’altra storia, partendo sempre dalla fase di pianificazione con la strategia del “tocca, spiega e disegna” (Dicati, Vaudagnotto, Primi passi nella lettura e nella scrittura alla primaria con il WRW, 2024, p. 237-240, 244) e decidendo se inserire lo zoom.

Di seguito alcuni prodotti.

La produzione delle scene zoomate ha permesso agli alunni non solo di arricchire le loro storie e gradirne maggiormente la scrittura, ma anche di riflettere sul momento topico del loro racconto e capire come esso sia generalmente legato ad emozioni forti,  quelle evidenziate appunto con lo zoom. 

Per concludere sottolineo che l’attività di analisi delle immagini alla ricerca di dettagli e strategie di illustrazione ha prodotto negli alunni interesse ed entusiasmo.

 

BIBLIOGRAFIA

SULLA COLLINA, di L. Sarah e B. Devis, EDT-Girangolo

NON APRIRE QUESTO LIBRO o PEGGIO PER TE, di A. Lee, H. McKenzie, Gribaudo

TI MANGIO!, di J. Fardell, Il Castoro

CORNABICORNA, di P. Bertrand, M. Bonniol, Babalibri

IN PICTURES AND IN WORDS, di Katie Wood Ray, Heinemann, 2010

WRITING STRATEGIES BOOK, di J. Serravallo, Heinemann, 2017

PRIMI PASSI NELLA LETTURA E NELLA SCRITTURA ALLA PRIMARIA CON IL WRW, di G. Dicati, L. Vaudagnotto, Erickson, 2023 

SCRITTORI E SCRITTRICI IN CAMMINO, di M. Griggio, L. Semperlotti, Erickson, 2024

 

Mi chiamo Ljuba Pezzimenti e insegno in una scuola primaria a Jesi, in provincia di Ancona. I valori in cui credo e da cui cerco di farmi guidare nell’insegnamento sono: costruzione di comunità, autenticità,  responsabilizzazione, autoregolazione. Cerco di perseguirli attraverso una didattica che sia il più possibile laboratoriale. Ho trovato nel WRW un approccio disciplinare del tutto in linea con quei valori e l’ho abbracciato. Dimenticavo…adoro gli albi illustrati.

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