LA PRATICA RIFLESSIVA E IL WRW: STORIA DI UNO SGUARDO CHE CAMBIA
L’orizzonte: una dichiarazione d’intenti
Scrivere vuol dire imprimere un segno, è come se dicessimo “noi ci siamo”,
implica far sentire la nostra voce a chi ci circonda, a chi ci seguirà.
(Serianni, L’ora di italiano, 2012)
La pratica riflessiva è alla base del nostro lavoro: fermarsi, guardarsi allo specchio e mettersi in discussione e in crisi (nel senso etimologico del termine) sono tappe irrinunciabili del nostro agire.
Le domande che ci facciamo in modo ricorrente al termine di un triennio con i nostri ragazzi sono: li abbiamo preparati in modo che sappiano affrontare il percorso della scuola superiore con la migliore competenza possibile nella loro madrelingua? saranno in grado di comprendere i testi loro proposti, di saper distinguere le informazioni implicite e quelle esplicite, di mettere in correlazione le informazioni ricavate con le loro preconoscenze, di fare delle inferenze sapendosi poi spiegare in modo chiaro in forma sia orale che scritta?
A queste riflessioni si aggiunge la consapevolezza che lettura e scrittura hanno un enorme potenziale umano: possono cioè rappresentare delle fonti di ispirazione personale di ricerca e di espressione del sé.
L’intero è qualcosa di più delle (sue) parti, direbbe Aristotele; infatti il nostro lavoro muove da un desiderio educativo che va ben oltre il mero obiettivo didattico, oltre le parti che costituiscono un testo, oltre l’analisi di una poesia al microscopio: vogliamo aiutare i ragazzi a conoscersi, a comprendere e a dare voce ai propri pensieri.
Lo sguardo: semi e cocomeri
È significativo riguardare a posteriori alla nostra storia, dal cocomero ai piccoli semi che lo abitano. Il verde e tondo cocomero è una piccola scuola secondaria di provincia, con un passato nell’educazione salesiana e un futuro proteso alle sperimentazioni didattiche. La fresca fetta zuccherina è un giovane dipartimento di italiano, attento e allenato ad osservare in profondità le competenze umane e linguistiche dei ragazzi. Nella rossa fetta, i piccoli semi siamo noi, sei insegnanti, formati diversamente, con sensibilità diverse, con storie e piccoli momenti significativi differenti.
Nell’anno scolastico 2019/2020 con una prima classe “pilota”, classe terza, nasce il coraggioso tentativo di non adottare l’antologia: lettura integrale di tre testi ad alta voce per dare valore e significato alle storie. L’esperimento, come sappiamo, si innesca in un anno non di certo fortunato. Al di là della pandemia, il dipartimento di lettere è alla ricerca di una struttura, di una spina dorsale che possa inquadrare il desiderio e il sentire. Nervo scoperto rimane la pratica della scrittura: ancora ibrida e non strutturata.
La pratica WRW si lascia finalmente avvistare dai nostri binocoli di insegnanti in ricerca: l’incontro con il metodo e con il manuale Scrittori si diventa dà finalmente forma certa al nostro agire incerto.
Le lenti WRW: un passo alla volta.
Spesso, l’entusiasmo per la novità, la voglia di mettere in pratica ciò che si è studiato, il desiderio di osservare con i propri occhi come una metodologia diversa influenzi la pratica in classe spingono molti di noi ad agire di impulso portandoci quindi a una piccola rivoluzione della propria e personale metodologia, producendo in linea di massima sconforto per i risultati deludenti che si registrano, angoscia per le mille strategie di cui non ci si sente ancora sicuri nell’utilizzo, dubbi sull’efficacia della nostra azione o sulla corretta interpretazione del materiale su cui si ha studiato.
Fondamentale indossare gli occhiali WRW per allenare i nostri occhi alle piccole conquiste, i brevi traguardi. La nostra tabella di marcia ha seguito come fosse un mantra le parole tante volte sentite ai corsi del WRW: un passo alla volta. E, possibilmente, che il passo sia piccolo.
Uno sguardo al futuro
Sono ormai passati alcuni anni da quel coraggioso tentativo, anni in cui siamo cresciuti e cambiati come insegnanti, in cui abbiamo scoperto un vestito che ci calza a pennello, quello del WRW.
Anni in cui ci siamo dedicati a individuare, strutturare, sperimentare e osservare. Dove l’osservazione finale del proprio lavoro è il passaggio più importante: perché solo così si potrà avere consapevolezza di quali sono le risorse che si sono messe in campo e quali si sono scoperte durante il percorso, quali sono i rischi e le proprie fragilità di fronte a qualcosa di nuovo, quali gli aspetti da migliorare o le strategie da affinare. E dall’osservazione non possono che derivare maggiore consapevolezza ed una più chiara e precisa direzione da seguire. Solo allora sarà dunque il momento del secondo, piccolo passo. Sempre pronti a sperimentare e osservare per trovare il punto esatto che ci consenta di accendere i nostri ragazzi accompagnandoli sulla via della riflessione e della pratica.
Chiara Bazzani, Carlotta Giarola, Elena Roveri, Giovanni Zerbato
Siamo un gruppo di docenti di Lettere della Scuola Primaria, Secondaria di Primo e Secondo grado provenienti da regioni, città e scuole diverse.
Ci accomunano la passione per l’insegnamento, la voglia di metterci in gioco ed il desiderio di fare dei nostri studenti scrittori competenti e “lettori a vita”.