La grande guida delle strategie di lettura
Le Edizioni Centro Studi Erickson hanno pubblicato La grande guida delle strategie di lettura – Parte prima. Oltre 90 attività per migliorare fluenza, motivazione e coinvolgimento, che traduce la prima parte – appunto – di The Reading Strategies Book 2.0: Your Research-Based Guide to Developing Skilled Readers di Jennifer Serravallo, una delle principali autrici di riferimento per Italian Writing Teachers. Il volume italiano contiene la prefazione di Jenny Poletti Riz, che sarà replicato anche nella Parte seconda. La riportiamo di seguito, per aiutarci a ricostruire insieme il percorso fatto fin qui grazie ai testi di Serravallo, in attesa di dialogare con lei al Convegno Didattiche 2024.
Ho ancora ben vivo il ricordo del senso di stupore e gratitudine che ho provato quando ho ricevuto il primo volume con le trecento strategie di lettura di Jennifer Serravallo: dico trecento! Non mi stancavo di sfogliarlo, di osservare i coloratissimi poster e le idee germogliavano in continuazione, così come la consapevolezza di dover approfondire il mio studio per progettare percorsi e per sostenere in modo sempre più competente la crescita dei miei studenti e delle mie studentesse come lettori e lettrici. Allo stesso tempo ero già convinta di trovarmi di fronte a qualcosa di nuovo e di portata rivoluzionaria: un approccio all’educazione alla lettura che avevo incontrato in alcuni testi di studio ma che ancora non avevo del tutto compreso come trasformare in “strategie” da insegnare ai miei studenti.
Già da tempo avevo infatti intuito come il lavoro svolto a scuola con il supporto dell’antologia fosse poco efficace. Avevo la sensazione che le domande presenti a corredo dei brani avessero lo scopo di verificare più che di sostenere la comprensione e in ogni caso sembrava si restasse ad un livello piuttosto superficiale, non pareva di aiutare gli studenti ad entrare in profondità nel testo e ad addentrarsi nel reame delle interpretazioni, al fine di creare una relazione viva e generativa con i testi letterari. Intuivo che questo fosse in realtà possibile perché ne avevo avuto qualche assaggio in alcune conversazioni; assaggio che se pure sporadico era stato entusiasmante e volevo tornare lì con i miei studenti a vivere insieme lo stupore e la gioia dell’interpretazione raffinata, condivisa che apre strade e costruisce mondi a partire da un’esperienza autentica di lettura, in cui lettori e lettrici divengono co-costruttori di significato. Sapevo però altrettanto bene che non potevo affidarmi al caso, che se non avessi accompagnato in modo rigoroso, fondato ed esplicito tutti i miei lettori e lettrici, solo alcuni ed alcune avrebbero avuto accesso a queste esperienze esaltanti e al mondo della letteratura. Invece la scuola per me doveva e deve essere democratica in senso alto, deve offrire a tutti e tutte gli strumenti che servono e non solo a parole. E capivo anche che l’insegnante ha il compito di trasformarsi in coach e facilitatore, ma poi deve sapersi rendere inutile, deve cioè favorire l’autonomia dei suoi studenti. Per farlo è necessario essere molto efficaci come docenti.
E così, dopo la scoperta di questo approccio, mi dedicai allo studio. Capii che l’educazione alla lettura era altro rispetto a quello che in generale si faceva a scuola, che era necessario curare tanti aspetti, proporre un insieme sinergico di azioni sistematiche che andassero a trasformare la classe in un ecosistema di lettura vivo e dinamico. Che una parte di questo doveva essere dedicata ad un insegnamento esplicito e ad un accompagnamento: la risposta migliore erano e sono proprio le strategie di lettura.
Ma cosa sono esattamente le strategie? Sono azioni consapevoli che i lettori compiono dopo aver avuto indicazioni precise che li conducono in una procedura guidata per affinare abilità, costruire abitudini. Esse offrono strumenti temporanei e il necessario supporto per diventare via via più competenti e autonomi: rappresentano il “come”, cioè la conoscenza procedurale, utile per raggiungere un “cosa” un obiettivo, un’abilità specifica. Le strategie, se insegnate correttamente e se applicate per un adeguato periodo sui testi giusti con il supporto di un insegnante preparato e incoraggiante, permettono di migliorare in diversi aspetti legati alla lettura come la motivazione, il coinvolgimento, la resistenza, la scorrevolezza, l’accuratezza nella lettura, l’acquisizione del lessico e, last but not least, la comprensione.
Il corposo manuale di Jennifer Serravallo che avevo tra le mani mi mostrava in modo pratico e allo stesso tempo scientifico tantissimi esempi di strategie, mi indicava come costruire percorsi strutturati, mi apriva la strada verso la possibilità di creare da sola strategie ritagliate perfettamente sui bisogni dei miei studenti. Questo era entusiasmante, anche perché lo studio era nutrito dal confronto costante con colleghi e colleghe altrettanto appassionati e folli che avevano già dato vita insieme a me ad una vivace comunità di pratica, con un nome inglese dovuto al desiderio di confrontarsi con i maestri d’oltreoceano: gli e le Italian Writing Teachers, IWT, (visto il focus iniziale sulla scrittura).
Insieme ci confrontavamo, studiavamo, cercavamo di interpretare passaggi, adattavamo le strategie e la metodologia che stavamo scoprendo e sperimentando al contesto italiano e alle nostre classi.
Dopo qualche anno abbiamo iniziato l’avventura della formazione e i due Reading Strategies Book e Writing Strategies Book ci accompagnavano ovunque. I miei erano sempre in buona compagnia insieme ad altri manuali come la Bibbia, cioè In the middle di Nancie Atwell e a tanti tanti albi illustrati da distribuire ai colleghi per far sperimentare loro in prima persona come lettori e lettrici la potenza delle strategie e poi per iniziare a progettare. Ricordo in modo vivido gli sguardi stupiti e ammirati dei corsisti, ricordo di aver visto nascere la consapevolezza che di fronte a loro si stava spalancando un modo completamente nuovo di fare educazione alla lettura. E allora si accendevano scintille e nascevano gruppi spontanei per la traduzione casalinga dei testi di Jennifer, per permettere anche a chi non conosceva l’inglese di servirsene, di muovere i primi passi verso questa rivoluzione.
E Jennifer dopo qualche tempo è diventata anche co-conduttrice dei nostri corsi, perché un momento obbligato era sempre la condivisione del video in cui così generosamente spiegava in un’intervista registrata appositamente per noi IWT proprio cosa sono le strategie, le minilesson e le consulenze.
E poi ancora per alcune estati siamo state noi sue corsiste nei coinvolgenti Summer Camp on line che alcune IWT con grande pazienza e dedizione hanno tradotto e reso disponibili sul blog Italianwritingteachers.it, in modo da permettere a tutti i docenti italiani di andare a bottega presso una maestra eccezionale: ci tenevamo infatti ad offrire uno spazio dove ciascun insegnante potesse incontrarla direttamente sul nostro sito.. I suoi testi sono stati sempre con noi, li abbiamo consultati e consumati, riempiti di post-it e di appunti. E lungo il percorso siamo cresciuti: noi e le nostre classi ci siamo trasformati. Con naturalezza abbiamo iniziato presto a condividere anche attraverso la scrittura: oggi sono diffusi in Italia diversi testi metodologici e pratici su questa cornice metodologica e alcuni poggiano in particolare sui due manuali di Jennifer Serravallo e sugli altri testi dell’autrice. Non potrebbe dunque esistere occasione migliore di questa per ringraziarla, per dirle quanto è stata preziosa per noi e per tantissimi insegnanti anche qui in Italia e per farle arrivare la nostra gioia per questa traduzione così importante.
Ora la barriera linguistica è stata infranta e questo manuale è, grazie ad Erickson, accessibile a tutti e tutte nel nostro Paese; e ancora non basta, perché abbiamo la fortuna di poterlo leggere nella sua versione aggiornata che Jennifer stessa ha voluto supervisionare nel necessario adeguamento alla scuola italiana. Non si tratta di un aspetto di minore importanza perché l’edizione non è solo rinnovata (vi si trovano tantissime strategie nuove, non contenute nella prima edizione), ma ancora più fondata su una incredibile mole di ricerca: siamo di fronte ad un testo basato sulle evidenze che abbina ad un rigore eccezionale – basti sfogliare le trenta e più pagine di bibliografia per averne un’idea – una chiarezza e fruibilità notevoli. Come sempre l’autrice dimostra la sua volontà di mettersi al servizio degli insegnanti e in ultima analisi degli studenti con la generosità e il pragmatismo che la contraddistinguono.
A noi quindi il compito di fare tesoro di questo strumento di grande valore, tenendo bene a mente l’importanza di formarci perché il suo utilizzo sia consapevole, inquadrato all’interno di una cornice di senso ampia e organica, di un progetto di educazione alla lettura sistematico e fondato sullo studio. Accogliamo quindi l’invito della stessa Jennifer Serravallo a seguire la strada che ha tracciato per noi, proseguendo il percorso come docenti ricercatori e artigiani della didattica che sanno utilizzare le strategie giuste, nel modo corretto, sanno personalizzarle e sono in grado di costruirne alcune tutte nuove, anche a partire dall’osservazione del processo di lettura.
Coltiviamo così la natura di insegnanti incompiuti, cioè “sempre in ricerca”, insegnanti che non si accontentano, insegnanti riflessivi che si mettono costantemente in discussione e che hanno una mentalità orientata alla crescita, insegnanti ricettivi e in ascolto. Insegnanti che hanno il potenziale per trasformare l’educazione alla lettura in un’utopia possibile.
- Rivoltella, 2018, cap. 3.
- Pognante – Poletti Riz, 2022, p. 27 in riferimento a Blezza Picherle, Formare lettori, promuovere la lettura, pp. 100-103.
Insegnante appassionata e bibliofila esagerata, internet dipendente, ha scovato per caso tanti anni fa il libro che ha cambiato per sempre la sua vita, da allora denominato La Bibbia (“In the middle” di Nancie Atwell). Da allora ha studiato e sperimentato il Writing and Reading Workshop entusiasmandosi e parlandone con chiunque capitasse a tiro. Ha poi capito che poteva farlo anche per lavoro ed è diventata formatrice e in seguito ha scritto per Erickson un manuale in cui racconta la sua storia di insegnante-scrittrice. Con incredibile fortuna ha trovato nel suo cammino tante colleghe diventate amiche con cui ha fondato prima un gruppo Facebook e poi una comunità, quella che si esprime proprio qui in modo corale.