Di temi e tematiche. La parola a Roberta Favia
Qualche settimana fa, nel nostro gruppo Fb, si è aperto un confronto su libri e temi. Abbiamo offerto a Roberta Favia di Teste Fiorite la possibilità di contestualizzare in una forma più distesa i contenuti espressi in una video-pillola – pubblicata nei suoi canali e inserita nello scambio dialogico da Daniela Pellacani – sull’approccio critico tematico. La ringraziamo per aver accolto la nostra richiesta e auspichiamo che prosegua il confronto costruttivo tra i docenti che educano alla lettura e gli esperti che si occupano della medesima finalità in contesti diversi dalla scuola. Ecco le sue parole.
La redazione
Lo spunto per questa riflessione era nato nella mia testa dal fatto che tra “tema” e “tematico” vedo una certa assonanza e quindi la suggestione provocatoria era quella di provare a ribaltare la prospettiva con cui si cercano e leggono i libri per spostarci da una ricerca del tema – spesso perseguita – ad un’analisi dei temi. Questo comporta naturalmente innanzitutto un rovesciamento di prospettiva: la critica tematica (in cui adesso entreremo nel merito) arriva a posteriori rispetto alla lettura, ovvero serve a dare una lettura ermeneutica dell’opera letteraria, non a indirizzare una scelta pre-lettura. Il tema, nel caso della critica tematica, non è motivo per scegliere un libro ma indizio per l’analisi di una poetica.
La critica tematica è dagli studiosi accostata e sovrapposta alla critica psicanalitica poiché i temi – che possono essere anche non immediatamente riconoscibili come tali ma afferire alla sfera dell’archetipo, dell’oggetto, di una situazione che ritorna, ecc. – in quest’ottica nient’altro sono che l’espressione di quella parte di vissuto interiore dell’autore che si sta esprimendo nella creazione letteraria e che evidentemente sta significando in qualche modo inconscio ma specifico attraverso elementi che, mutatis mutandis, tornano nella sua opera.
Questa prospettiva permette una lettura trasversale a vari livelli, perché può essere operata intorno ad una singola opera, ad un corpus di opere del medesimo autore, oppure ad opere di autori diversi che però condividono quello specifico “tema”, magari giocato in tempi storici e con modalità letterarie specifiche.
Questa ultima ipotesi di lavoro, ad esempio, può essere interessante per attraversare il canone letterario che studiamo seguendo una strada trasversale, che mette insieme o allontana poetiche ed autori non sulla base della cronologia bensì dell’elaborazione tematica.
Faccio un esempio semplice e che ha prodotto studi interessantissimi sia per singoli autori che per paesaggi letterari trasversali: il tema del doppio è uno dei più studiati dalla critica tematica, ed è stato con interessanti risultati critici usato per interpretare singole opere, singoli autori, o confrontarli tra loro. Il doppio nel Ritratto di Dorian Gray, ad esempio, il doppio nell’opera di Wilde, il doppio nelle opere di vari autori: come torna e come cambia.
Questa può essere una prospettiva di lavoro credo interessante anche con i ragazzi con i quali il lavoro “diagonale”, indiretto, spesso si dimostra più fruttuoso e stimolante di un approccio diretto; inoltre questo tipo di approccio, come tutti gli approcci critici, richiede un lavoro a posteriori sui testi, non a priori sulla scelta anche se poi, col procedere del lavoro, ci si potrà confrontare, consigliare e dunque si potrà ampliare la bibliografia alla ricerca del tema su cui stiamo lavorando, come una specie di caccia al tesoro.
Il fondatore spirituale, in qualche modo, di questo approccio critico è Freud a cui sono seguite tutte le relative varianti psicanalitiche apportate da Lacan e da Jung, ed è proprio con Jung che prendono più forza e piede le ricerche legate alle forme archetipali che stanno dietro ai temi o che danno forma diretta ad un tema presente in un’opera.
In Italia tra gli studiosi più riconosciuti che hanno lavorato con questo tipo di approccio abbiamo Lavagetto, Serpieri e Orlando, solo per citare i più noti. Lavagetto, ad esempio, usa il tema come un vero e proprio indizio a cui applicare il paradigma indiziario e sciogliere il mistero che ruota attorno all’opera e al suo autore; questo può essere un tipo di analisi estremamente divertente da portare avanti anche da parte di un giovane lettore chiamato ad avere un approccio critico e attivo nei confronti non di un libro ma del concetto di libro e di narrazione di per sé.
A questo punto so che a qualcuno il dubbio sta frullando in mente: ma serve davvero fare tutto ‘sto lavoro per approcciare un libro? Non siamo nell’ambito del superfluo e dell’inutilità che fa perdere un sacco di tempo? Stiamo “facendo filosofia”, come direbbe una battuta di un vecchio film, giocando con uno stereotipo trito e ritrito? Beh, se stessimo facendo davvero filosofia direi che ci andrebbe bene assai. Ma questa non è filosofia e il lavoro proposto non credo sia superfluo ma possibile. E con possibile intendo dire che esattamente come per i libri – per i quali più la bibliografia a disposizione dei ragazzi (e dunque dei loro docenti) più è ampia meglio è – così è per le possibilità di esercizio del pensiero.
L’ermeneutica dei testi che lavora non a priori sulla scelta ma a posteriori sulla lettura è una possibilità straordinaria di elaborazione e messa in opera del pensiero critico ed analitico. Certo, non per tutti l’approccio tematico andrà bene, ma la critica ha tante vie quanti lettori, le analisi migliori sono quelle eclettiche in cui le varie linee si sovrappongono e condizionano a vicenda ed in cui è il lettore a scegliere di volta in volta come interpretare l’opera di un autore.
In conclusione – tornando alla provocazione iniziale – credo che il punto sia non cercare i libri a partire da un tema o da qualcosa che ci “torna utile” per qualche motivo (ci sono anche le vie della divulgazione che sarebbe interessante percorrere), bensì cercare NEI libri quei temi, archetipi, figure mentali, dettagli… che possano scatenare nel lettore una lettura interpretativa trasversale.
Il risultato può comunque essere quello di creare bibliografie legate da un filo conduttore, ma il modo ed il principio che muove e fa crescere questa geminazione bibliografica è decisamente diverso se non addirittura opposto.
Roberta Favia, la sua specializzazione è la letteratura. Le sue passioni sono due, l’amore per la letteratura e l’impegno per come trasmetterlo. Nel 2014 dà vita al blog Teste fiorite e nel 2020 Teste fiorite è anche diventata una piattaforma di e-learning specializzata in letteratura per ragazzi. |
Siamo un gruppo di docenti di Lettere della Scuola Primaria, Secondaria di Primo e Secondo grado provenienti da regioni, città e scuole diverse.
Ci accomunano la passione per l’insegnamento, la voglia di metterci in gioco ed il desiderio di fare dei nostri studenti scrittori competenti e “lettori a vita”.