Dahl è come il maiale. Non si butta via niente.
Due parole su un gigante
Non penso certo che Roald Dahl grugnisca, si rotoli nel fango e sia ghiotto di ghiande, quello che intendo dire è che la sua opera è così vasta, diversificata e di valore che può essere usata in classe in tanti e tanti modi diversi: lettura ad alta voce, immersione nei generi, mentor text per tecniche narrative, testi per riflettere.
Prima di cominciare, consiglio a noi docenti una lettura immersiva: solo così potremo avere un quadro più chiaro dell’autore, che non è solo l’irriverente scrittore per bambini che conosciamo, ma un uomo dalla personalità profonda e oscura. Leggere Dahl è leggere il tentativo di scandagliare e interpretare il rapporto tra realtà e fantasia, senza che l’una imbrigli l’altra o che la fantasia sia al servizio della realtà. Il magico e meraviglioso non sono rifugi e mezzi per sopportare la vita, ma fanno parte della vita stessa e sono preclusi agli adulti.
La biografia di Dahl è degna di un romanzo: nacque in Galles da genitori norvegesi, ma presto si trasferì in Inghilterra e da lì girò poi il mondo. Gigante (era alto quasi due metri) norvegese in terra inglese, con una madre narratrice di storie buffe e terribili e un padre, morto troppo giovane, scrittore compulsivo di diari, Dahl fu uno che nelle storie e nella scrittura trovò la strada per comprendere ed accettare il mondo: come racconta in Boy, furono le lettere scritte alla madre ogni giorno che gli permisero di sopportare il collegio e, in memoria di quelle, sarebbero state due le lettere che avrebbe scritto ogni settimana ai figli al college. La scrittura è necessaria alla (sua) vita: scrive, scrive diari, lettere, appunti, ma non nasce scrittore. Prima lavora presso i pozzi petroliferi in Africa, guida gli aerei della RAF nella seconda guerra mondiale, viene ferito, si occupa di controspionaggio, poi incontra C. S. Forester, suo mentore nella carriera di scrittore (e questo incontro è descritto magistralmente nel racconto Un colpo di fortuna).
Gli episodi più curiosi della sua vita sono raccontati in due biografie: Boy, che tratteggia l’infanzia e la difficile esperienza scolastica e In volo, che raccoglie l’esperienza come pilota. Interessante notare che Dahl racconta di sé eventi lontani e meno dolorosi: non ha mai voluto pubblicare diari sulla sua vita familiare, sulle dolorose esperienze di morte e malattia dei figli. Il dolore, la sofferenza, la partecipazione empatica del lettore sono bandite nella sua opera, come se ci dicesse: “qui non potete entrare, il dolore è esperienza personale, intima e segreta.” Così in tutti i suoi libri i personaggi non soffrono e se lo fanno a noi lettori è concesso solo lo sguardo distaccato di spettatore distratto.
Possibili piste da seguire
Questo articolo non vuole essere un testo riflessivo ed esaustivo sull’autore norvegese, piuttosto un prontuario di piste di lavoro; vi verranno pertanto forniti alcuni esempi di testi e indicazioni per il lavoro in classe: analisi dei temi, dei personaggi, tecniche di scrittura ben esemplificate. La scelta è caduta sui testi più rappresentativi per genere e pluralità di temi o per la presenza di personaggi particolarmente riusciti e con cui i ragazzi si possono facilmente identificare.
Il consiglio resta sempre lo stesso: leggete il più possibile e lasciatevi ispirare, vedrete che le idee verranno da sé.
I romanzi
Consiglio la lettura dei romanzi come testo ad alta voce: essi sono particolarmente adatti all’ultimo biennio della scuola primaria e alla prima classe della secondaria.
Tutti i romanzi sono costruiti in modo da catturare il lettore non solo per la trama avvincente, ma per la costruzione di episodi esilaranti, buffi, quasi storie a sé, ma necessarie per capire le relazioni tra i personaggi; lo stile è asciutto ma pieno di aneddoti bislacchi, giochi di parole, parole inventate e ricostruite. E in tutti i libri suggeriti ci sono un protagonista in cui è facile identificarsi e un mondo di adulti su cui discutere.
Danny vive in una roulotte con il suo papà, la mamma è morta quando lui era molto piccolo, ma il suo non è un papà normale: è un papà che fa scintille e che dedica tutta la sua vita a non farlo sentire solo. Il romanzo è sempre lì in bilico tra dramma e riso, basti leggere l’incipit folgorante:
“Quando avevo quattro mesi, mia madre morì all’improvviso, e mio padre dovette occuparsi di me tutto da solo”.
Il romanzo celebra la relazione tra padre e figlio, ma anche la solidarietà dell’intero villaggio per la realizzazione di un’impresa straordinaria: la più grande caccia di frodo di fagiani del mondo, realizzata grazie a un’idea di Danny.
Genere: romanzo d’avventura
Temi: relazione padre/figlio, gli adulti, credere nelle proprie idee, pianificarle e metterle in pratica.
Tecniche di scrittura su cui soffermarsi: le sequenze descrittive, la presentazione dei personaggi, incipit/ finale.
Che dire di Matilde che non sia già stato detto? Leggo questo libro, o alcune sue parti, quando voglio introdurre il laboratorio di lettura: solitamente si parla del rapporto tra Matilde e la sua maestra, ma io credo sia ugualmente da analizzare quello tra Matilde e la signora Felpa, bibliotecaria che fa poche domande e procura molti libri. E lascia a Matilde il tempo di imparare da sola, di cercare da sola: sta lì affianco e osserva, senza giudicare, senza dirle che fare, cosa leggere e come scrivere.
Quando scrive, Dahl si mette ad altezza di bambino e mette in ridicolo gli adulti che sono imbroglioni, gretti, stupidi, crudeli e non si curano del bene dei piccoli. Ecco apparire dunque le figure terribili dei genitori di Matilde e della direttrice Spezzindue.
Genere: romanzo fantastico/fantasy
Temi: la relazione tra adulti e bambini, la lettura e i libri, scoprire le proprie doti e usarle per il bene degli altri
Tecniche di scrittura: l’uso degli elenchi, dare un nome ai personaggi (ovvero come il nome identifica il personaggio), la costruzione dei personaggi.
La storia del grande gigante gentile viene raccontata in un episodio idilliaco di Danny campione del mondo: è una delle storie che il papà racconta a Danny, la sera prima di andare a letto.
Se i primi due libri (il primo soprattutto) sono romanzi d’avventura, il GGG è una favola che mischia tutte le caratteristiche del genere: la paura, la magia, la missione da compiere, le difficoltà, le prove.
Dahl crea un mondo linguistico straordinario, non solo per la lingua nuova con cui si esprime il gigante, ma anche per lo spazio che viene dato al corpo (Sofia che finisce nella bocca ripugnante che sa di cetrionzolo, o lo sciroppio che fa petocchiare).
Genere: romanzo fantastico/ fantasy
Temi: i sogni, la paura, la combinazione di parole, il cibo
Tecniche di scrittura: costruire un personaggio fantastico, mescolare le parole, il lessico
Romanzi particolarmente adatti ai primi anni della scuola primaria, per brevità e apparente semplicità sono invece:
I romanzi autobiografici
Come già detto, Dahl scrisse due romanzi autobiografici: Boy e In volo. Il primo racconta la sua esperienza scolastica in un collegio in Inghilterra, il secondo le sue avventure come pilota della RAF.
L’autobiografia è organizzata per episodi, che ben esemplificano la tecnica del multiscena: la capacità cioè di raccontare la propria vita ricorrendo ad episodi paradigmatici.
Questi due romanzi sono, a mio avviso, ottimi repertori di mentor text per il racconto autobiografico, vi si trovano: esempi di “angurie/semini”, presentazioni dei personaggi, “mostra non dire”, descrizione sensoriale, curva della narrazione.
Uno straordinario libro di poesie: Versi perversi
Dahl decise di prendere le fiabe classiche e rileggerle a suo modo usando la poesia: ne uscì un librino piccolo piccolo ma denso di storie e irriverenza. Un libro che può essere molto utile in un percorso sulla fiaba, sulla rielaborazione della fiaba.
Nell’edizione italiana la traduzione è di Roberto Piumini che traduce abilmente suoni, rime e invenzioni linguistiche bizzarre: le nuove eroine delle fiabe di Dahl sono forti, indipendenti e sagaci. Un esempio per tutte è Cenerentola:
Fata gentile, sarò più prudente:
non voglio Principi o simile gente:
non qualcuno straricco o strapotente:
vorrei un uomo semplice e decente.
Non ce n’è molti, sì, questo lo so:
Fata, tu pensi che ne troverò?».
Ed ecco, Cenerentola, di volo
divenne sposa di un bel boscaiolo
specializzato anche in confetture
di quelle fatte in casa, buone e pure:
e allora sì che furono felici,
pieni di gioia, figli, e allegri amici.
Dahl si mette nello stesso solco tracciato dalle filastrocche alla rovescia di Rodari (1), insomma.
I racconti
Si tratta di testi piuttosto complessi, adatti alla lettura ad alta voce anche per il biennio superiore, ottimi per immergersi nei generi e fare lavori più strutturati sulle tecniche narrative.
Caratteristiche comuni dei racconti sono: misoginia (la donna è spesso il carnefice), la vendetta, l’assurdità della vita e la sua negatività, la scommessa, la crudeltà umana e la falsità delle relazioni tra adulti. In questi racconti Dahl pare dirci: la realtà è solo una grande illusione, nulla di ciò che sembra è la verità, essa appare solo nei momenti di crisi e difficoltà.
Per un’interessante analisi si vedano questi articoli:
https://www.illibraio.it/tutti-i-racconti-7561/
https://treracconti.it/il-macabro-quotidiano-racconti-di-roald-dahl/
Ho raggruppato alcuni testi in questa tabella, che non ha alcuna pretesa di essere esaustiva:
Genere |
Tema/ tecnica narrativa |
Titolo del racconto |
Sito in |
Testo autobiografico |
Bullismo Nonnismo Il ricordo La vendetta La descrizione di un viaggio |
Il comandone |
|
Testo autobiografico |
Orientamento Relazione con gli animali Descrizione soggettiva di un ambiente |
Il ragazzo che parlava agli animali |
|
Testo autobiografico |
Il multiscena Cucire episodi I connettivi |
Un colpo di fortuna |
Un gioco da ragazzi e altre storie |
Racconto giallo |
Relazioni umane Costruzione del personaggio per scatole cinesi Vendetta |
Ascesa al cielo
|
Un gioco da ragazzi e altre storie |
Racconto giallo |
Rapporti familiari La vendetta Tecnica del racconto giallo Analisi del titolo |
Il cosciotto d’agnello 1954
|
Il meglio di Dahl, Guanda |
Racconto di fantascienza |
Rapporti familiari Vendetta La tecnologia Analisi dei personaggi |
William e Mary
|
Il meglio di Dahl, Guanda |
Racconto di fantascienza |
Invenzioni tecnologiche Costruzione del personaggio Descrizione delle sensazione e dei suoni
|
La macchina dei suoni |
Il meglio di Dahl, Guanda |
Racconto di fantascienza |
La follia umana I rapporti familiari La metamorfosi Climax e rivelazione goccia a goccia
|
Pappa reale |
Il meglio di Dahl, Guanda |
Racconto di fantascienza |
Il ritmo della narrazione La costruzione del personaggio Il narratore nascosto |
Lo scrittore automatico |
|
Racconto fantastico |
Suspense Finale rivelatore (effetto a sorpresa) Climax narrativa
|
La scommessa
|
Il meglio di Dahl, Guanda |
Racconto horror |
Macabro Crudeltà umana Climax Decodificare ciò che accade da spie narrative |
Pelle
|
Il meglio di Dahl, Guanda |
Racconto horror |
La descrizione sensoriale Le spie narrative Ingannare il lettore |
L’affittacamere |
Il meglio di Dahl, Guanda |
Racconto storico |
Analisi dei personaggi Le relazioni tra i personaggi Le inferenze
|
Genesi e catastrofe di una storia
|
Il meglio di Dahl, Guanda |
Il percorso sui racconti apre a connessioni molto interessanti con altri racconti, come quelli di Kafka o Buzzati (in entrambi gli autori c’è, ad esempio, un racconto su Hitler da giovane, Povero bambino è quello di Buzzati) o con serie TV come Black Mirror o Stranger Things o con film come Four rooms di Tarantino(2). Questo collegamento con le serie TV non deve stupirci, Dahl fu anche sceneggiatore e non solo di alcuni suoi film (Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato, 1971), ma persino dello 007 del 1967. E come non dimenticare che i Gremlins, terrore della mia adolescenza, comparvero in un suo libro del 1943, scritto per la Disney: sarebbe dovuto diventare un cartoon, ma venne bocciato dalla Majory, forse proprio per il suo lato oscuro. Ci avrebbe pensato Spielberg quarant’anni dopo e io non sono più riuscita a guardare un pupazzo nello stesso modo.
(1) Non mi è possibile stabilire se Dahl avesse letto Rodari o viceversa. I due sono contemporanei, Dahl di quattro anni più vecchio. L’autore norvegese venne tradotto in Italia solo a partire dalla fine degli anni ‘80, in quella geniale collana che è gli Istrici della Salani: “GGG” e “Streghe” furono pubblicati nel 1987, il successo fu strepitoso. Tuttavia io credo che senza la figura di Rodari che sdoganò in Italia un certo modo di parlare ai bambini, Dahl non avrebbe mai trovato spazio. In merito al libro in questione: le filastrocche alla rovescia sono dei primi anni settanta, i Versi perversi del 1982 e affondano la loro tradizione nella letteratura per l’infanzia anglosassone in cui non c’è genere o argomento che sia tabù.
(2) Nel 1995 Hitchcock realizzò un progetto bizzarro e di successo: “Hitchcock presenta”, 350 cortometraggi per la TV: di questi ben tre vennero realizzati da racconti di Dahl. https://ccetipiacelupiattumia.wordpress.com/2015/07/10/un-libro-e-due-film-storie-impreviste-di-roald-dahl-hitchcock-e-tarantino/
A tre anni dichiarai al mondo di voler fare l’insegnante e da allora non ho mai smesso. Vivo a Como e imparo ogni giorno dai miei studenti a fare il mio mestiere. (son fortunata, lo so).