Bentornati! Dov’eravamo rimasti? Ripartire insieme
“Ciao, ci vediamo lunedì.” In effetti oggi è lunedì, ma è lunedì 14 settembre, e noi quel “ciao, ci vediamo lunedì” ce lo eravamo detti venerdì 21 febbraio: c’è un vuoto di sette mesi da riempire e quest’anno non basta scrivere il solito “Bentornati” sulla lavagna, dobbiamo guardarci, scoprirci e soprattutto riscoprirci. I segni del cambiamento nei bambini sono evidenti, ogni anno a settembre li vediamo cresciuti, figuriamoci dopo tutto questo tempo. Eppure siamo noi, siamo la solita terza C, o quarta B, i soliti bambini che non riescono a stare in fila, ma che ci sorprendono con le loro domande ed è importante che ci ritroviamo e che riprendiamo il filo del discorso, un filo che ha seguito una strada un po’ diversa, ma che non si è interrotto.
Il laboratorio di Lettura e Scrittura, con i suoi principi fondamentali, può aiutarci a riprendere in mano le redini. In quale modo?
Riallacciamo il filo – Ricostruiamo la Comunità
Il WRW ci ha dato modo di costruire in classe la nostra “Comunità di lettori e scrittori”, creiamo di nuovo il senso di una comunità che si confronta sulla lettura e sulla scrittura.
Per prima cosa vogliamo stabilire un ponte che unisca il periodo di distanza all’essere di nuovo insieme.
Possiamo allora riprendere un’attività di lettura o di scrittura proposta in DaD, discutiamo sulle difficoltà incontrate, sulle intuizioni avute e confrontiamo il nostro lavoro, scambiandoci considerazioni e consigli. È necessario tornare alla normalità anche se con uno sguardo rivolto a ciò che è accaduto e un altro a ciò che potrebbe succedere di nuovo. I bambini hanno sicuramente bisogno di poter esprimere il loro vissuto, ma soprattutto devono essere rassicurati e messi in condizioni di affrontare i problemi della vita. Come far riemergere emozioni e sentimenti provati durante il confinamento tra le mura di casa, lontani da amici e parenti? Un’idea ci viene suggerita nel dossier del n. 374 – luglio/agosto della rivista Andersen Dentro casa e all’aria aperta. Nei primi mesi del lockdown siamo stati improvvisamente privati dei nostri spazi pubblici, dei nostri luoghi d’incontro e di socialità. Per un lungo periodo lo spazio privato delle nostre case è diventato l’unico luogo di riferimento delle nostre relazioni. Il ritorno all’aperto è comunque condizionato da regole di distanziamento e di confinamento. Costruire un percorso sullo spazio come dimensione ludica ed educativa, approfittando delle novità editoriali uscite proprio in questo periodo, potrebbe essere un’idea interessante. Il dossier ne cita moltissimi, noi desideriamo segnalare La Buca di Emma AdBåge, non solo perché vincitore del premio Andersen categoria 6-9 anni, ma soprattutto perché ambientato proprio in una scuola, precisamente nel cortile, uno spazio che dal prossimo settembre dovrà essere reinventato, ridescritto e mediato da bambini e adulti insieme.
Un altro titolo interessante è quello di Daniele Bergesio e Olha Muzychenco, L’ascensore, un libro che si sfoglia dal basso verso l’alto e mostra a una bambina annoiata le scoperte che si possono fare nei sette piani del palazzo in cui abita.
Nel laboratorio di lettura si potrà cogliere l’occasione per invitare i bambini ad analizzare le diverse rappresentazioni dello spazio sia attraverso le immagini che con le parole. Nel laboratorio di scrittura li accompagneremo a raccontare e a ricostruire lo spazio vissuto, intimo, personale, ma anche quello pubblico e sociale.
Vecchie e nuove routine
Riprendiamo alcune routine per sentirci di nuovo a casa. Ne stabiliamo di nuove perché non possiamo ignorare ciò che è stato e ancora non è terminato. Concorderemo e condivideremo dai piccoli gesti quotidiani, per tutelare la nostra salute e quella dei compagni, oltre alle routine che scandiscono il tempo e organizzano il lavoro di tutti all’interno dei laboratori di scrittura e lettura.
Come sostituire un abbraccio? Quale altro linguaggio del corpo utilizzare? Come comunicare in generale con i compagni e gli insegnanti?
Potremmo preparare con i nostri bambini e bambine una tabella a T riportando da un lato i comportamenti in uso e dall’altra quelli che li possono sostituire. Non dobbiamo privarci del piacere di comunicare le nostre emozioni, ma solamente trovare altri modi per farlo. Sarà un’occasione per inventare nuovi codici (e loro sono molto bravi in questo!), per sperimentare modi diversi di stare in relazione. Regole di comportamento, regole di gioco, regolamenti possono nascere nei nostri laboratori di scrittura e poi essere messi in pratica nelle azioni quotidiane. Le routine rendono autonomi, infondono sicurezza e preparano ad affrontare l’incertezza.
E il materiale? Il materiale probabilmente dovrà restare a scuola e quindi ogni alunno dovrà gestire in modo autonomo tutto quello che gli appartiene, dai raccoglitori per la scrittura, agli astucci, ai libri di lettura. Si può pensare a delle borsette simili a quelle delle scuole senza zaino per tenere raccolto il materiale individuale, se lo spazio dell’aula ce lo consente. Un’idea potrebbe essere quella di avere dei piccoli ganci lungo la parete dove appendere queste borsette. A inizio lezione ogni alunno dovrà prendere il proprio materiale e portarlo al posto. Questa modalità aiuterà i bambini ad essere sempre più autonomi e responsabili e non sarà necessario l’intervento dell’insegnante.
Ma soprattutto come condurre i laboratori? Come gestire le minilesson? Si potrà ancora lavorare ad isole, in coppia, in piccolo gruppo? Quali regole di distanziamento possiamo prevedere? Molto dipenderà dalle indicazioni che riceveremo dalle istituzioni. Forse la minilesson assomiglierà un po’ di più alla tradizionale lezione frontale, ma la sua durata e la modalità di presentazione delle proposte continueranno a caratterizzarla non snaturando la sua funzione. Presentata a tutta la classe dalla cattedra non avrà forse la stessa efficacia della chiamata a raccolta che sancisce l’inizio della lezione, che predispone tutti all’attenzione e alla concentrazione. La distanza di un metro non favorirà l’interazione e lo scambio che avvengono quando stiamo in cerchio o tutti uniti e vicini all’insegnante. L’alternativa sarà fare indossare le mascherine ai bambini e permettere loro di stare vicini, se sarà possibile, almeno a piccoli gruppi.
E per i bambini che si ammalano? Si può pensare di registrare le minilesson in brevi video in modo che possano essere caricati sulla piattaforma della scuola e condivisi con loro. Le minilesson registrate possono diventare anche dei momenti di ripasso per chi non si ricorda bene le strategie insegnate.
Su piattaforma, oltre che sulle pareti, si possono inserire le anchor chart sulle strategie e magari si possono realizzare insieme durante l’ora di tecnologia, all’interno di un percorso interdisciplinare.
Laboratorio di Lettura
Il Laboratorio di Lettura ci dà la possibilità di ripartire con la condivisione di una lettura (un albo illustrato o un racconto più lungo) per rafforzare il senso di comunità.
Gli albi, in particolare, aiutano a ritrovare una comunità di lettori che si confronta, che impara ad ascoltare e a mettersi in discussione, che ritrova o riscopre strategie di lettura profonda che possono essere utilizzate anche nella lettura autonoma.
La lettura ad alta voce è un momento prezioso per i bambini, a cui non si può assolutamente rinunciare, stabilisce un legame e, anche se non leggeremo vicini, ogni insegnante saprà creare quel cerchio metaforico che abbraccia tutti. Se leggiamo un albo è fondamentale trovare il modo di condividere le immagini alla LIM, utilizzando una docu-camera o scansionando le immagini, ricordandoci che devono essere proiettate solo durante la lezione e non diffuse, per non incorrere in violazione del copyright.
Anche la lettura autonoma è diventato un momento atteso che non vogliamo sottrarre ai bambini pur con le disposizioni che ci verranno date. Ad ora possiamo dire che potremmo fare in modo che ogni bambino tenga con sé 2 o 3 libri che vuole leggere in un determinato periodo – saremo noi a recuperarli in biblioteca. Se ancora non è stato fatto, si può proporre una minilesson per insegnare ai bambini che i lettori programmano quello che vogliono leggere. I bambini possono imparare a scrivere le liste di libri che hanno intenzione di leggere, in modo da “prenotarli” nella biblioteca di classe (se sarà possibile averla) in tempo utile. Il periodo di lettura è flessibile, ognuno segue il proprio ritmo, quindi la restituzione non avverrà nello stesso momento e i libri potranno stare da parte per il tempo necessario.
Potranno essere mantenuti momenti riservati a booktalk, presentazioni che i bambini possono fare in maniera frontale.
Il problema più difficile sarà la gestione delle consulenze durante la lettura autonoma anche se alla primaria pare sia previsto l’uso delle mascherine per avvicinarsi ai bambini e questo ci consentirà di continuare a farle.
Laboratorio di Scrittura
Per quanto riguarda il laboratorio di scrittura la parola d’ordine sarà: processo. Da qualunque genere vogliamo iniziare sarà il processo di scrittura a guidare il nostro percorso e a scandire le nostre minilesson. Anche questo sarà un modo per riprendere contatto con un pilastro del metodo che tutti avranno già praticato, ma che necessita di ripetizione e approfondimento.
Ma ci ricordiamo ancora come attivare i nostri pensieri, dargli voce attraverso le parole? Non sarà il caso di “allenare i muscoli della scrittura”?
A questo proposito potremmo dedicare un momento fisso, un giorno alla settimana, magari all’inizio della giornata ai quickwrite o lampi di scrittura, o ad altri attivatori e annotazioni che troveranno spazio nel nostro indispensabile taccuino.
Per le consulenze di scrittura si potrebbe pensare di raccogliere le bozze di ciascun alunno e restituirle con le nostre osservazioni scritte su dei post-it. Una volta riconsegnate si possono avvicinare soprattutto coloro che sono più in difficoltà, in questo modo si riducono i momenti di contatto. Lo stesso lavoro potrà continuare sulle diverse piattaforme, o attraverso e-mail, nella malaugurata ipotesi di dover fare nuovamente ricorso alla DaD.
Contemporaneamente alunni e alunne dovranno diventare sempre più autonomi e impegnati nel loro lavoro. Dovranno imparare a riflettere sul loro apprendimento e porsi degli obiettivi specifici da perseguire. Jennifer Serravallo, nel suo volume Writing Strategies Book, ha dedicato un intero capitolo (2.1 pag. 56-88) alle strategie che rafforzano l’indipendenza, l’impegno, la resistenza al lavoro al fine di sviluppare una propria identità di scrittore e scrittrice. Aver ben chiari i propri traguardi di apprendimento aiuterà i nostri alunni anche e soprattutto negli eventuali momenti di sospensione della didattica in presenza. Tutti noi ci auguriamo che non accada, ma la sfida sarà proprio questa. Questa volta non dobbiamo farci cogliere impreparati.
GLORIA (LORENA) DICATI – insegno in una scuola primaria in provincia di Padova; ho sempre amato sperimentare sia a scuola che in cucina. Di me i bambini dicono “La maestra Gloria? È sempre felice!”.
LAURA BACCHI Sogno da sempre di abitare al mare, ma per ora vivo e lavoro a Parma. Insegno in una scuola primaria dove ho il privilegio di tornare ogni giorno un po’ bambina.
LOREDANA SEMPERLOTTI Da sempre mi sento ripetere che non sarò io a cambiare il mondo, ma non ci ho mai creduto. Per questo continuo ad insegnare in una scuola primaria della provincia di Padova.
MICHELA GRIGGIO Insegno nella scuola primaria in provincia di Padova. Amo sperimentare e cogliere la magia che si manifesta negli occhi dei bambini.
Siamo un gruppo di docenti di Lettere della Scuola Primaria, Secondaria di Primo e Secondo grado provenienti da regioni, città e scuole diverse.
Ci accomunano la passione per l’insegnamento, la voglia di metterci in gioco ed il desiderio di fare dei nostri studenti scrittori competenti e “lettori a vita”.