Autenticità, rigore, coinvolgimento – L’articolo di approfondimento nel laboratorio di scrittura

Autenticità, rigore, coinvolgimento – L’articolo di approfondimento nel laboratorio di scrittura

Quando, cosa, perché

Il percorso sull’articolo di approfondimento nelle mie classi comincia durante l’estate della prima, quando chiedo ai miei alunni e alunne di selezionare un argomento che li appassiona e di tenere un taccuino dell’esploratore in cui prendere appunti da fonti reperite seguendo le strategie apprese nei mesi precedenti e in cui incollare foto e altri materiali, oltre a registrare sitografia e bibliografia.

A metà ottobre, quando comincia l’immersione nei testi modello scovati scandagliando riviste cartacee o digitali come Internazionale Kids, Planck, Wired e National Geographic, nell’aria ci sono una tiepida curiosità e parecchia preoccupazione: da subito ragazze e ragazzi comprendono che chiederò loro di compiere un passo in più rispetto all’anno precedente, quando ho proposto loro di scrivere un pezzo di “micro nonfiction”.

Man mano che procediamo con la lettura vedo accadere diverse cose: la curiosità aumenta e per qualcuno si trasforma in passione, aumentano le domande e i confronti, torniamo a essere comunità che condivide e moltiplica conoscenza. 

Magia? Non proprio. Il merito è di testi modello appassionati e coinvolgenti che marcano la differenza tra un testo informativo di taglio neutro e un articolo di approfondimento: la presenza forte di un autore, la sua prospettiva sull’argomento, la sua voce. 

Non si tratta tanto degli argomenti su cui leggiamo, ma del punto di vista che ci viene offerto su quegli argomenti: ad esempio ho visto alunni completamente disinteressati al calcio scaldarsi leggendo questo articolo su Maradona che ha pure scatenato un intenso dibattito sulla difficoltà di rispondere alle aspettative altrui.

Non basta come buona ragione per proporre la lettura e scrittura di articoli di approfondimento? Aggiungo allora che si tratta di un percorso che permette di lavorare in chiave orientativa, di insegnare a navigare la complessità delle informazioni e il rigore della ricerca, di lavorare sulla struttura del testo (che poi significa lavorare sulla struttura del pensiero) e sul consolidamento di strategie di scrittura trasversali.

 

Strategie vincenti in immersione

La fase di immersione in questo tipo di testi è necessariamente lunga, a causa della complessità degli articoli e della necessità, almeno nelle mie classi, di lavorare molto sulle strategie che aiutano a costruire preconoscenze: abbiamo letto cinque articoli in due settimane (dieci sessioni di laboratorio).

Oltre a quella per “spremere” il titolo che ho raccontato qui, sono risultate utili le strategie per indagare il paratesto (immagini, grafici, mappe), per organizzare la lettura esplorativa e riconoscere i tipi di paragrafo, lavoro cominciato in prima e portato avanti in parallelo in storia.

Durante l’immersione è importante che i ragazzi imparino a riconoscere i diversi tipi di informazioni (dati, fatti, opinioni autorevoli) e soprattutto a individuare l’idea di fondo, cioè la prospettiva dell’autore su quelle informazioni. Per noi è stata funzionale la strategia “Come un iceberg” accompagnata dall’organizzatore in cui, al posto dei temi, nella parte sommersa abbiamo inserito l’idea di fondo.


Come sempre, al termine dell’immersione raccogliamo una lista di caratteristiche del genere (prima individualmente, poi in piccolo gruppo e infine a classe intera) che ci servirà come checklist durante la scrittura e come punto di partenza per la creazione della rublist, il nostro strumento di autovalutazione e valutazione.



Autenticità. A caccia di idee potenti, le loro

Lavorare in modo approfondito in fase di prescrittura, e in particolar modo alla generazione di idee e alla selezione di quella su cui compiere la ricerca, è fondamentale per la riuscita del percorso. Diverse sessioni saranno quindi dedicate al taccuino: se la prima fase, quella riguardante la generazione di idee, è cominciata durante le ultime lezioni dell’anno precedente e la ricerca è stata svolta in gran parte durante l’estate, in classe sarà possibile dedicare del tempo alla revisione del materiale raccolto e all’eventuale integrazione con altre informazioni. Questo lavoro viene svolto in piccolo gruppo, in modo che le idee possano circolare all’interno della comunità.

Se invece è la prima volta che si propone un lavoro di nonfiction, consiglio di dedicare del tempo alla generazione di idee tramite liste riguardanti le curiosità e le passioni: è importante che alunni e alunne comprendano la differenza tra le due categorie e scelgano un argomento in cui sono abbastanza esperti da possedere un punto di vista personale. L’organizzatore “Come un iceberg”1 torna utile anche in questa fase di prescrittura. Per la parte emersa, l’argomento, chiediamo loro: “Di cosa parlerà il tuo articolo?” e per la parte sommersa, l’idea di fondo, chiediamo loro: “Di cosa parlerà veramente? Cosa vuoi che i tuoi lettori comprendano attraverso le informazioni che darai loro?”.

L’autenticità cui accenna il titolo è questa: quella della scrittura che prende forma dagli interessi dei ragazzi e delle ragazze e dà forma a un tipo di testo altrettanto autentico, che vive al di fuori delle aule e dei fogli protocollo dei compiti di italiano.

 

Rigore. Essere parte di una comunità di ricercatori

La fase di prescrittura, dopo la raccolta di idee e la pianificazione, prosegue con la ricerca, uno degli aspetti più complessi e stimolanti da portare in una comunità di lettori e scrittori.

Spesso durante le formazioni mi è capitato di raccogliere lo sconforto di colleghe e colleghi che hanno smesso di proporre ricerche perché “tanto copiano e incollano da Wikipedia”. 

Come insegnante e come cittadina credo sia vitale e urgente ribaltare il punto di vista: cosa posso fare per evitare che il loro lavoro si risolva nella conoscenza delle combinazioni magiche CTRL+C e CTRL+V? Come posso aiutarli a imparare il rigore e la valenza etica del far parte di una comunità in ricerca che onora la proprietà intellettuale, non commette reato di plagio e cresce attraverso la trasparenza e la peer review?

L’insegnamento del rigore nella ricerca comincia ovviamente con il modeling: durante la fase di immersione mostriamo come apprezziamo la presenza di bibliografia e sitografia puntuali, di collegamenti ipertestuali che rimandano a fonti autorevoli, di citazioni accurate. Se un’informazione non ci convince, facciamo vedere come approfondiamo la ricerca online o su fonti cartacee. 

Le lezioni sulle strategie di ricerca continueranno durante tutto il laboratorio di scrittura, ma si concentreranno in fase di prescrittura: come riconoscere i siti attendibili? Come triangolare le informazioni? Come evitare le “fake news”? Come evitare di commettere plagio? Come tenere sotto controllo i propri bias

Per offrire strategie efficaci dobbiamo rimboccarci le maniche, fare ricerca e sorvegliarci con occhio attento mentre lavoriamo: questo, oltre a renderci credibili agli occhi di alunni e alunne, è un impagabile e appassionante esercizio di pratica riflessiva.

 

Coinvolgimento. Agganciare il lettore e tenerlo con sé

Non leggiamo articoli di approfondimento per le informazioni. O meglio: non solo per quelle. Leggiamo articoli di approfondimento perché ci interessano le persone dietro a quelle informazioni: gli autori e le autrici, il loro punto di vista sull’argomento, la loro voce inconfondibile che ci arriva attraverso lo stile, il tono, il dialogo che instaurano con noi lettori.

Scrivere buoni testi di divulgazione significa far incontrare il vero e il bello, manzonianamente parlando. Scrivere buoni articoli di approfondimento significa inoltre riuscire ad alimentare un fiume sotterraneo, invisibile ma tanto potente da farsi sentire in superficie: l’idea di fondo, il punto di vista sull’argomento.

L’operazione di scovare e apprezzare “il bello” prende avvio nell’immersione: anche in questo caso cominciamo facendo modeling e poi via via lasciamo che siano il loro occhio e il loro orecchio ad accorgersi delle strategie applicate dagli autori: ci sono ripetizioni, figure del paragone, scene vivide descritte con lessico sensoriale? Com’è il ritmo? Ci sono domande al lettore? Sono presenti aneddoti? Come sono incipit e explicit?

Tutti gli aspetti stilistici che emergeranno durante la lettura potranno essere raccolti nella lista delle caratteristiche del genere e diventare oggetto di minilezioni e consulenze durante il laboratorio di scrittura. 

 

Uno sguardo in avanti

Se l’immersione è durata circa dieci sessioni, il percorso di scrittura ci ha visti impegnati per altrettanto tempo, per un totale di quattro settimane. Le settimane possono anche diventare cinque se la fase di ricerca non è stata avviata precedentemente, ma un modo per accorciare i tempi potrebbe essere cominciare la prescrittura qualche settimana prima, utilizzando gli ultimi dieci minuti di ogni lezione per raccogliere le idee su taccuino e proporre strategie di pianificazione e ricerca.

L’articolo di approfondimento è una tipologia testuale perfetta per la secondaria di primo e secondo grado, perché fa da ponte tra il testo espositivo e il testo argomentativo, infatti a conclusione del percorso ho proposto la lettura di quella meraviglia che è “Il suo piede destro”, albo di Dave Eggers e Shawn Harris che potete trovare raccontato in questo articolo di Romina Ramazzotti e che anche quest’anno non ha mancato di meravigliare e commuovere la nostra comunità, perché, come scrive Heather Lattimer, “La buona nonfiction non dovrebbe lasciare che i lettori dimentichino. Dovrebbe affascinarli e suscitare in loro un intenso desiderio di imparare, non solo su persone e luoghi interessanti, ma su idee e prospettive. Questo è ciò di cui tratta un articolo di approfondimento”.2

 

Riferimenti bibliografici

1 Linda Cavadini, Loretta De Martin, Agnese Pianigiani, Leggere, comprendere, condividere, Pearson 2021, come anche gli altri organizzatori senza riferimento esplicito ad altra provenienza.

2 Heather Lattimer, Thinking Through Genre, Units of Study in Reading and Writing Workshops 4-12, Stenhouse, 2003.

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