Obiettivo raggiunto: meno lezioni, più consulenze!
Durante l’accoglienza in terza (nel settembre 2022) ho letto tre albi: Un nuovo orizzonte di Ottley e Young, Terre di mezzo, 2016; Il fazzoletto bianco, Boldis e Toffolo, Topipittori, 2010; Un leone a Parigi, Alemagna, Donzelli, 2016.
Tutti e tre narrano un viaggio, reale o metaforico. Non avevo pianificato questa connessione: li avevo scelti piuttosto perché indagano la natura dell’identità, che si manifesta e si costruisce attraverso scelte di vita, in un passaggio delicato fra passato e cambiamenti in atto. Durante le letture e riletture, grazie al thinking aloud collettivo, abbiamo capito cosa è reale, cosa metaforico e cosa diventa simbolico, esplorando le differenti soluzioni stilistiche, i modi in cui i tre codici comunicativi di un albo illustrato (testo, immagini e grafica) interagiscono per raccontarci quei viaggi.
Alcune strategie, ormai divenute patrimonio di tutti, hanno agevolato comprensione e analisi. Lettura dell’immagine, per prima: colori, forme e tecniche delle illustrazioni colpiscono i nostri sentimenti, quindi dobbiamo metterli in relazione al testo (strategia chiamata Cosa mi colpisce, a cosa mi fa pensare). Poi, i personaggi: quelli che hanno un comportamento contraddittorio o sopra le righe ci costringono a fermarci, chiederci cosa c’è che non abbiamo compreso in precedenza (strategia Contrasti e contraddizioni). Siamo rimasti molto sui finali, che sono scelte determinanti di un autore o autrice. Anche quelli aperti lo sono: ci siamo domandati cosa cambierebbe per noi se il libro finisse qualche pagina prima, su cosa si sposterebbe il focus della narrazione. Chiederò più avanti come immaginano la vita dei protagonisti dopo il finale, perché leggere ci fa anche il regalo di proiettare fuori da noi i futuri che ci spaventano o che vorremmo. Infine, i dettagli stilistici e le lezioni di vita che emergono: parole, scene o oggetti che ritornano hanno un significato importante, possono essere letti in chiave simbolica; un uso particolare degli aggettivi o della struttura della frase che metta in luce il pensiero del narratore.
Insomma, ho raccolto con soddisfazione il lavoro dei due anni precedenti, il presupposto che mi serviva per puntare all’obiettivo successivo: maggiore profondità nell’analisi autonoma del testo. Come proseguire?
Da quando mi sono appassionata di albi illustrati e silent book, la mia biblioteca di casa ne è ormai piena, ma generalmente ne porto solo una piccola parte a scuola, e questo mi dispiace. È il momento di proporre i gruppi di lettura sugli albi, una piccola ma intensa prova di autonomia nell’analisi.
Infatti, il primo compito scritto su un romanzo letto durante l’estate ha evidenziato che quasi metà di loro è ancora molto superficiale quando istituisce connessioni con il testo. Che siano personali o intertestuali, solo in pochi le utilizzano come punto d’appoggio per una propria lettura approfondita dei due testi in questione, o per capire meglio un’esperienza personale. Negli anni, mi sono accorta che non devo dare per scontato che alunni e alunne sappiano usare fino in fondo quegli strumenti potenti che chiamiamo strategie: il rischio, soprattutto per i più fragili, è che le vivano come meri esercizi da completare, fini a se stessi. Perciò, alla classica domanda aperta sulle connessioni (ma anche in chiusura di molte altre strategie!) ho aggiunto una riflessione conclusiva:
«Quindi, grazie a questa connessione, cosa ho capito meglio del testo o della realtà che mi circonda? Mi aiuta a comprendere il personaggio, a sciogliere i miei dubbi sul tema o sulla storia?».
Così, ho raccolto un bel numero di titoli che in qualche modo hanno a che fare con un viaggio o la costruzione dell’identità, e sono andata a scuola con il trolley pieno.
Li ho messi a coppie e ho dato un’ora per scegliere. Ne hanno letti almeno due per coppia, con l’indicazione di cercare una connessione con uno di quelli letti in plenaria.
Fosse stato per loro, dopo la prima lettura e qualche annotazione si sentivano pronti a rispondere alla mia richiesta. Ma ovviamente non lo erano, così li ho costretti a scegliere una strategia efficace per entrare nell’albo. Hanno sfogliato i quaderni (i più ordinati, di anno in anno, hanno conservato le mini lessons di lettura e scrittura) e Classroom.
E qui è arrivata la scoperta che mi ha resa orgogliosa di loro: già questa scelta mi permette di valutare la competenza del loro approccio al testo. Hanno cercato organizzatori grafici che uniscono più strategie, che indagano più aspetti della narrazione che si incrociano1.
Alcuni esempi di com’è andata.
La coppia che ha letto Voci nel parco, di Anthony Browne, Camelozampa, 2017: «Prof., noi volevamo usare Main side hidden2 ma qui non c’è un solo protagonista: tutta la storia viene raccontata quattro volte dal punto di vista dei quattro personaggi». Questa è già una lettura di quell’albo: l’autore non sta semplicemente suggerendo che di ogni evento esistono diversi modi di viverlo, ci sta proprio dicendo che non c’è un protagonista. La mia consulenza è stata questa: «Potete cambiare strategia, oppure decidere che la applicate a uno dei personaggi, e riflettere su cosa emerge».
Coppia che ha scelto Il viaggio, Van den Ende, Terre di mezzo, 2012: «Questo secondo noi è un viaggio metaforico, ci ricorda Un nuovo orizzonte perché alla fine di tante avventure si intravede che un persona sta aspettando il protagonista. Sembra il viaggio della vita. Noi vorremmo disegnare la costellazione dei personaggi3, ma qui c’è solo il protagonista, non ci sono altri da mettere in relazione positiva o negativa». D’istinto, io ho pensato: «Ma non vi eravate accorti subito di questo? Come ha potuto venirvi in mente proprio quella strategia?!». Poi ho capito che questa scrematura preventiva di cosa analizzare la fa la mia testa, non la loro: abituata io da trent’anni di questo lavoro, per prima cosa mi chiedo com’è il rapporto del protagonista con gli altri, che struttura ha la trama, com’è lo stile etc… grazie a questo “errore”, la prossima volta anche loro faranno delle considerazioni preliminari! Allora ho commentato il positivo della scoperta, ovvero che questo iniziale passo falso dell’analisi va a rinforzare la loro interpretazione: nella vita abbiamo tante persone intorno, ma ogni viaggio è peculiare.
Infine, Un grande giorno di niente, Alemagna, Topipittori, 2016. Alessio e Ludovica ispirati dal fatto che il ragazzino esce di casa e infine vi ritorna, avrebbero voluto applicare lo schema del viaggio dell’eroe, che prevede il ritrovamento o il dono di un oggetto magico. Nella consulenza ho fatto notare che l’avventura inizia proprio quando un oggetto viene invece smarrito, e sarà interessante vedere come leggeranno questo contrasto.
Queste sono le mie conclusioni: già la scelta della strategia li ha costretti a riflettere sul testo, perché dà delle risposte, ma apre anche domande nuove. Il mio ruolo è stato soprattutto sciogliere perplessità, guidare verso la sintesi di quello che avevano capito grazie alla strategia. Abbiamo consapevolmente osservato insieme il movimento solo a volte lineare ma più spesso ricorsivo della nostra mente quando osserva, comprende e interpreta i fenomeni. Le valutazioni errate sono state una spinta verso l’indagine.
Poiché ho imparato a non lasciarmi mai sfuggire l’occasione di sottolineare una nota positiva, muovendomi verso la cattedra quando stava per suonare l’ora, ho esplicitato ciò che era successo e mi sono dichiarata molto orgogliosa. Noemi mi ha scrutata da lontano, perché è alta e la metto in fondo, e ha chiesto se fossi sarcastica. Proprio no, cara Noe! Non lo sarei mai su una cosa così! Ma dal suo sorriso lo vedevo bene anche da lontano che sapeva già come avrei risposto.
Note
1 Vedi Linda Cavadini, Loretta De Martin, Agnese Pianigiani, Leggere, comprendere, condividere, Pearson 2021.
2 Vedi articolo Quando un libro ti apre una strada su MTV.
3 Organizzatore grafico che ho elaborato io e consiste nel mettere in relazione il protagonista e i personaggi secondari a seconda che siano per lui più o meno vicini, positivi o negativi.
Docente di lettere presso la Scuola secondaria di I grado G. Fassi di Carpi (MO), è cofondatrice insieme a Jenny Poletti Riz ed Elisa Turrini di “Italian Writing Teachers”. Studiosa in continua ricerca, svolge attività di formatrice sul Writing and Reading Workshop.