Scrivere su traccia in vista dell’esame di Stato

Scrivere su traccia in vista dell’esame di Stato

Nel corso del mese di dicembre dello scorso anno scolastico ho ripreso il commento nella mia classe terza. Già nel secondo quadrimestre della seconda infatti avevamo iniziato a scoprire questa tipologia testuale, leggendo testi di ex alunni e osservandone la struttura. Per compito avevo anche assegnato delle annotazioni di scrittura che prevedevano delle brevi sintesi accompagnate da una riflessione. 

Ad ogni modo, come dicevo, ho ripreso il percorso quest’anno. Per due lezioni ho proposto questa scansione: leggevamo alla LIM un brano antologico e poi un testo scritto da ex alunni. Abbiamo così rivisto la struttura del commento. Alle mie classi propongo una struttura fissa di questo tipo:

  • Incipit: si inizia mostrando una scena del testo o proponendo una breve riflessione ma sempre deve comparire titolo del brano, autore, casa editrice…
  • Sintesi: un breve riassunto del testo.
  • Riflessione sulle tematiche, facendo collegamenti con altri testi, con conoscenze acquisite e con la propria esperienza personale.
  • Conclusione: ho proposto una conclusione di tipo circolare.

Ho inoltre ripreso alcune minilesson, in particolare ho insistito nel mostrare alla classe come collegare tra loro i paragrafi in modo da rendere il testo coeso.

Nei mesi di gennaio e febbraio abbiamo poi lavorato sulla scrittura di commenti a partire da tracce date. Con i colleghi di Lettere avevamo infatti concordato di assegnare all’esame per la tipologia C un commento a un testo letterario. Pertanto ritenevo fosse necessario dare ai ragazzi delle indicazioni chiare e tempo per esercitarsi, considerando che in prima e in seconda non avevo mai assegnato testi su traccia.  

Inizialmente ho guidato i ragazzi nell’analisi di una traccia. In pratica ho fornito loro diverse tracce e abbiamo visto come sono strutturate. Abbiamo prestato particolare attenzione ai verbi utilizzati (“racconta”, “esponi”, “descrivi”, “commenta”, “argomenta”) e a come individuare le richieste.

Poi la classe ha iniziato ad esercitarsi per cinque settimane di fila. Ho mantenuto per tutto il periodo questa scansione: il lunedì mattina leggevamo insieme un brano antologico nella sezione delle “Tematiche”  e nelle tre ore successive, distribuite in giorni diversi della settimana, gli alunni lavoravano al commento. 

Ho scelto i seguenti brani:

  • un testo narrativo incentrato sul rapporto genitori-figli, con relativa mezza pagina espositiva che raccontava i cambiamenti che avvengono durante l’adolescenza;
  • un breve testo tratto da “L’Orda” di Gian Antonio Stella sull’emigrazione italiana che ben si collegava a quanto avevamo già affrontato in storia;
  • un testo biografico relativo a un campione di nuoto;
  • un racconto di bullismo, letto il 7 febbraio, giornata del Nodo blu;
  • un breve testo tratto da “Pappagalli Verdi” di Gino Strada con relativo approfondimento su Emergency.

Dopo la lettura ho sempre dettato delle domande che i ragazzi si annotavano accanto al testo e che hanno permesso di intavolare una discussione. Liberamente gli alunni potevano appuntarsi quanto detto dai compagni con parole chiave/brevi frasi. Questo lavoro durava circa un’ora e mezza. 

La lezione successiva dettavo la traccia che chiedeva di commentare il testo letto, talvolta a partire da una frase significativa su cui avevano riflettuto. A questo punto la classe aveva tre ore per stendere la bozza e preparare una prima stesura accettabile.

La prima settimana ho rinunciato all’insegnamento della grammatica e ho dedicato tutte le sei ore a questo lavoro. Ciò mi ha permesso di fare almeno due giri di consulenza con tutti gli alunni per capire le difficoltà che incontravano e come procedevano nel lavoro. Alcuni faticavano a organizzare le idee, altri a gestire il tempo. Diversi per esempio si concentravano da subito sulla riscrittura dell’incipit o di singolo paragrafo perdendo di vista l’insieme. 

Già dalla seconda settimana però le cose sono andate meglio. La maggior parte degli alunni al termine delle tre ore aveva steso il testo. Nel procedere dell’esercitazione, i ragazzi sono diventati più veloci e si sono rassicurati. Di fatto alla fine delle cinque settimane tutti avevano concluso almeno tre testi (la maggior parte ne aveva quattro). A questo punto ho chiesto agli alunni di rileggere tutti i testi e di selezionare quello che a loro avviso era riuscito meglio. Nelle due/tre ore successive hanno rivisto l’incipit e la conclusione, controllato con attenzione ortografia e sintassi, fatto consulenza con i compagni, verificato i collegamenti tra i paragrafi e predisposto la stesura definitiva. L’insegnante ha poi valutato quest’ultimo testo.

Il percorso è stato sicuramente utile e lo ripeterò negli anni a venire. Permette agli alunni di scrivere molto e di interiorizzare alcuni consigli e strategie. Banalmente tutti hanno acquisito il suggerimento di  cominciare la bozza con “Questa settimana in classe abbiamo letto il brano…” e poi, finito il testo, di riscrivere l’incipit.

Alla lunga questo tipo di lavoro rassicura i ragazzi, che percepiscono di essere in grado di affrontare un testo a partire da una traccia data. A parte la prima settimana, è però necessario mantenere un ritmo ben cadenzato per non allungare ulteriormente i tempi. Pertanto è importante organizzare questo percorso tenendo conto di tutti i possibili impegni della classe.

Inoltre la mia classe, abituata a scrivere racconti e riflessioni in libertà, ha avvertito a un certo punto la noia di scrivere assecondando le richieste della traccia, ma l’ho spronata a proseguire proprio in vista dell’esame. Il lavoro di fatto risulta faticoso e ripetitivo per gli alunni, quindi è necessario calibrarlo sulla propria classe, accorciando i tempi, se necessario.

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