Scrittori e WRW: valore aggiunto di un dialogo

Scrittori e WRW: valore aggiunto di un dialogo

È un venerdì di luglio, siamo preparati ad affrontare qualche ora di lavoro a temperature torride ma pare che pioverà, forse, così la stanza sarà ben arieggiata! 

Il caffè è pronto nei thermos, resta da sistemare qualche dettaglio per permettere alle colleghe on line di ascoltare la nostra relatrice e vedere bene i suoi taccuini di diverse dimensioni.

Stiamo per incontrare una scrittrice che da tempo conosce il nostro approccio ed è stata entusiasta di costruire per noi un percorso che ci ha permesso di entrare nel suo personalissimo metodo di lavoro. 

Abbiamo chiesto a Benedetta Bonfiglioli (1) di ragionare con noi sul modo in cui scrive e su quelli che, secondo lei, sono i pilastri della costruzione del testo; un’occasione per parlare anche di come mettere in pratica la lettura con gli occhi dello scrittore. 

Con questo pezzo a più mani vi invitiamo a restare ancora un po’ in quella mattinata insieme a noi, e a condividere il valore aggiunto che può avere il confronto con gli autori.

Come è nata l’idea 

Progettando un incontro con l’autore nell’a.s. 2018/2019, Jenny Poletti Riz e Daniela Pellacani avevano proposto a Benedetta di scrivere insieme ai ragazzi. Lei aveva concretizzato l’idea in questo modo: scegliere uno spunto di scrittura che avrebbe sviluppato in anticipo tenendo traccia di tutti gli step: prescrittura, prima bozza, stesura finale. Su quello stesso spunto, i ragazzi avrebbero iniziato ciascuno il proprio racconto, seguendo le tre stesure. Il risultato era stato un incontro molto proficuo, durante il quale ben sei classi si erano messe in gioco col rinforzo delle consulenze di scrittura delle docenti e della scrittrice, incoraggiante e onesta insieme, proprio come cerchiamo di fare noi nella routine del laboratorio. Grazie alla condivisione dei suoi diversi taccuini era riuscita a raggiungere in pieno l’obiettivo prefissato: rendere visibile il processo e condividere strategie. 

Nei mesi il dialogo con lei su scrittura e lettura è proseguito; tanto intensamente da arrivare a progettare per noi docenti una mattina di immersione nella scrittura.

 

Rapporto stretto tra reading e writing

Personaggio

Trama

Setting

Benedetta inizia scrivendo queste tre parole sulla lavagna. Lavoriamo a partire da questi tre assi e, con il supporto dei brani che ha scelto, ci mostra come il mestiere dello scrittore sia una simbiosi di tecnica e passione.

Per fare un esempio, abbiamo trovato molto efficace l’invito ad esplorare tutto del nostro personaggio, sperimentando sul taccuino il suggerimento di conoscerlo in ogni suo aspetto (chi è o, almeno, chi crede di essere, ed esplicitarlo attraverso i dettagli di quello che dice, fa, pensa) per poi scegliere cosa mettere in luce. Ci è apparso chiaro che questo lavoro si debba fare anche al contrario, nel RW: lo chiama “un incontro col personaggio” e anche per lei, da docente e da scrittore, è un passaggio imprescindibile in entrambe le direzioni del laboratorio, reading e writing

Sul versante lettura significa riconoscere individui diversi da noi, scoprire altre sensibilità dal modo in cui parlano o tacciono, reagiscono e pensano. Sul versante scrittura ci ha illuminato su un particolare: capita talvolta che i protagonisti dei testi fiction dei nostri studenti siano in realtà un sé autobiografico poco definito, che rispecchia l’autore stesso con poche e non bene precisate caratteristiche, spesso senza nemmeno un nome. Guidare gli studenti, attraverso una specifica ML, a lavorarci può servire ad andare oltre questo limite. Nel confronto tra noi, quando una collega ha dato vita a un personaggio partendo dal ricordo di un ex alunno, ci è stata evidente la differenza tra la realtà e la fiction: nel momento in cui creo il personaggio devo anche essere pronto a staccarmi dal suo corrispettivo reale. Non si tratta soltanto di tecnica; è un lavoro di arricchimento personale, da osservatore che interpreta la realtà. Facendo consulenza alla collega, Benedetta ci ha mostrato che in questo processo di distanziamento dal reale possiamo utilizzare la strategia che Jennifer Serravallo ha intitolato What if (2): e se questo fatto che voglio raccontare accadesse a un’altra persona? Quali sarebbero le sue reazioni, i pensieri, le azioni, ciò che nota…? Le sue consulenze di scrittura ci hanno guidati, così, a cercare dentro le parole, le immagini, le idee, le identità che servono per la nostra storia. 

Il WRW trae costante nutrimento da questo passaggio senza soluzione di continuità tra lo sguardo da lettore, analitico, a quello da scrittore, focalizzato sulla sintesi!

Essere insegnante ed esperta di letteratura anglo-americana ha dato un valore aggiunto alla scelta, da parte di Benedetta, dei testi modello da proporci: dal suo thinking talking è emerso lo studio dell’opera e la sottolineatura di come il contesto storico-sociale ha fatto brillare in un punto o in un altro del testo le scelte dell’autore in merito al lessico, al setting, alla fisionomia dei suoi personaggi. È un’analisi approfondita da lettrice, ovvero una lettura da scrittrice. 

Docente, lettore e scrittore sono tre ruoli che noi dobbiamo saper mettere in gioco nel momento in cui scegliamo dei buoni mentor per i nostri ragazzi o la strategia di cui hanno bisogno in consulenza. Lei fa così, in continuo confronto fra il mentor, le strategie che ne ha estrapolato e il suo personale modo di lavorare. Decostruire e ricostruire: questa la prassi che adotta per ogni passaggio. Non è solo un lavoro di testa, strategie da esperto del mestiere. Non lo è nemmeno per noi, che come lei siamo lettori appassionati: portare la letteratura in classe ha il senso di fornire delle chiavi di apertura prima verso il sé e poi al mondo; spingere alla conoscenza del lessico o degli aspetti formali serve a comprendere a fondo le potenzialità del linguaggio, presupposto irrinunciabile per cercare una nostra voce. Solo una conoscenza solida delle potenzialità esplorate da un autore ti consente di considerare la lingua come strumento per interpretare la realtà che ti circonda o immaginare altre realtà; definire il tuo pensiero per crearne di nuovo e originale. Queste sono le finalità che ci portano a progettare il RW come una progressiva maturazione di competenze che permettano ai ragazzi di avvicinarsi alla letteratura più lontana cronologicamente e più ostica da comprendere rispetto ai romanzi contemporanei. 

Ci ha entusiasmato la conferma che anche lo sguardo di un autore scorre in modo fluido tra lettura e tecniche di scrittura, fermandosi ad annotare quando una forma bella e che intrattiene ti colpisce per la sua capacità espressiva!

Metacognizione post

Un divano blu.

Un gatto che si adagia pigramente sul bracciolo.

L’afa vera, quella dei pomeriggi di luglio in pianura Padana.

Quattro IWT che chiacchierano di didattica guardandosi per la prima volta negli occhi, dopo mesi di distanza forzata. 

Le chiacchiere fluiscono rapide e concitate, perché è quasi ora di salutarsi e tornare a casa, ma la mattinata trascorsa insieme è stata così intensa, e piena, e significativa che le parole premono e invadono frizzanti l’aria rovente tutto intorno.

Osservare l’officina di uno scrittore, per noi IWT, ha significato esplorare in prima persona le dinamiche del processo di scrittura e interrogarci sulle modalità con cui lo proponiamo in classe. Che docente di scrittura vorrei essere è la chiacchierata in cui ci siamo trovati spontaneamente, tanto è stato il coinvolgimento nelle piste di lavoro che Benedetta ha preparato per noi e il senso di meraviglia, quando ci ha mostrato come usa in fase di prescrittura i taccuini.

Dopo aver sbirciato tra le pagine inaspettatamente grandi e prevedibilmente ordinatissime dei suoi taccuini e aver ascoltato, o meglio bevuto, le sue parole ci siamo ritrovati con l’urgenza di scambiarci le impressioni. Perché noi lo sappiamo bene: condividere è unire i puntini, alcuni vicini, altri distanti e creare un disegno nuovo, inaspettato. 

 

Ecco cosa è nato da quella condivisione. Di pancia, innanzitutto, un impegno a essere lettori, scrittori e insegnanti che arrivano a toccare il cuore delle cose e delle persone; impegno che passa dallo studio, dal lavoro, dall’estrema precisione della tecnica, declinati però in maniera ogni volta personale. E il WRW, più di altri approcci, deve stare ad un insegnante come un abito su misura. In questo senso è necessario trovare un equilibrio e partire dalla riflessione finale di Benedetta può essere utile: le idee (e la teoria) sono già tutte là fuori, la differenza sta nel modo in cui ognuno di noi le fa germogliare. L’autrice nella sua presentazione ha messo tutta la sua passione di lettrice e docente di letteratura e ha mostrato come osservare le scelte dell’autore nel testo finito: come crea Dickens l’ambientazione? Orwell con quali dettagli decide di presentare il suo protagonista? Quale effetto produce sul lettore questa scelta? 

Ulteriore conseguenza dell’immersione laboratoriale sui testi mentor: una rinnovata consapevolezza che il WW lavora in modo che la tecnica sia “al servizio della passione”. Alle volte, quando programmiamo le minilesson, ci coglie il dubbio di aver perso di vista il quadro generale a favore della parcellizzazione del compito. Soprattutto per i nostri alunni in difficoltà, riuscire a tenere il filo delle ML e della storia che hanno in testa può causare confusione. È evidente che la tecnica ha la sua parte, lo ricorda molto bene anche Benedetta; tuttavia sta a noi fare in modo che i ragazzi mantengano viva la motivazione alla scrittura, perché sono ancora inesperti e si corre il rischio che le difficoltà tecniche siano un blocco. Gli strumenti di lavoro che lei ci ha mostrato ci hanno confermato che scrivere nasce dalla necessità e dalla passione. Quando facevamo fare solo scrittura naif, senza dare le strategie, pur nel disordine, si ricevevano testi ancora saturi dell’emozione da cui avevano avuto origine. Vogliamo continuare a trovarla nei testi dei nostri giovani scrittori! È un equilibrio difficile da raggiungere: richiede molto esercizio, quel costante pensare su carta di cui parlano Nancie Atwell e William Zinsser. Solo così i nostri scrittori vedranno una crescita sensibile nella loro costante ricerca di un’esatta corrispondenza tra emozione e parola scritta. 

Questo è, in qualche modo, il finale, mentre in dissolvenza si intravedono i saluti prima del viaggio di ritorno a casa. 

 

(1)  Benedetta Bonfiglioli è docente di letteratura inglese alla scuola secondaria di secondo grado e autrice dei romanzi:

(2)  J. Serravallo, The Writing Strategies Book: Your Everything Guide to Developing Skilled Writers, Heinemann, 2017.

 

Hanno collaborato alla stesura di questo articolo: Stefano Verziaggi, Simona Malfatti, Daniela Pellacani, Romina Ramazzotti, Linda Cavadini, Loretta De Martin, Ivonne Sensi, Cristina Fiandri, Roberta Ruotolo. 

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