Argomentare: la democrazia tra scrittura e oralità.
Per le buone idee e una vera innovazione c’è bisogno di interazione, dibattito, argomentazione
(M. Heffernan)
Le ragioni di un’educazione “argomentativa”
Tra le varie tipologie testuali proposte a scuola nei tre anni di secondaria di primo grado il testo argomentativo è quello in cui valore etico, filosofico e pedagogico si allineano a formare un orizzonte di umanità ed umanesimo. Perché argomentare significa sostenere la propria opinione valutando quelle altrui, condividere e negoziare le proprie idee nel confronto costante con l’altro. E tutto questo ha a che fare con l’humanitas, la capacità specifica dell’essere umano di costruire relazioni e ponti, di pensare in modo critico, di porsi domande e sostare in esse, di partecipare alla costruzione e alla cura di una società improntata al benessere: “La loro [degli studenti] abilità di condividere opinioni e convinzioni può rendere il mondo migliore”1.
Risulta quindi evidente che insegnare ai ragazzi ad argomentare in forma scritta ed orale non è semplicemente un dovere scolastico “perché c’è nel programma”, ma piuttosto un impegno pedagogico formalizzato sia nelle Indicazioni nazionali sia nella Raccomandazione del Consiglio europeo relativa alle competenze chiave per l’apprendimento permanente2, emanata a Maggio 2018. L’educazione argomentativa permette di sviluppare e promuovere l’etica della responsabilità e la pratica della cittadinanza eticamente sostenibile, così che gli studenti imparano a “scegliere e agire in modo consapevole e a elaborare e promuovere idee finalizzate al miglioramento del proprio contesto di vita”3. Inoltre, attraverso il debate e la pratica della discussione, l’insegnante costruisce e coltiva un ambiente di apprendimento centrato su empatia, responsabilità e cura dell’altro, offrendo così “modelli virtuosi di convivenza e di esercizio della prosocialità”3.
Il percorso. Orizzonte pratico didattico
Nella programmazione annuale l’unità di apprendimento dedicata al genere argomentativo si estende circa per sei settimane in ciascuna delle quali sono previste 2 sessioni da 1h e 30 minuti. La modalità di lavoro è quella del laboratorio di scrittura per cui alla fase di lezione frontale con la minilesson segue una fase operativa di scrittura individuale, infine si conclude con un momento di condivisione e confronto. Per quanto riguarda lo spazio dell’argomentazione, occorre predisporre un setting d’aula flessibile e laboratoriale in cui studenti ed insegnanti possono interagire, collaborare e dialogare. L’obiettivo finale di questo percorso è apprendere a scrivere e ad esporre argomentazioni a supporto di una tesi/opinione utilizzando prove rilevanti e ragioni chiare. Quindi, al termine del percorso, gli studenti avranno messo in campo e sviluppato la competenza alfabetica funzionale intesa come abilità di comunicare e disponibilità al dialogo critico e costruttivo, la competenza sociale e personale nell’espressione e comprensione di punti di vista diversi e la competenza di cittadinanza nel senso di “capacità di agire da cittadini responsabili” e di “abilità di sviluppare argomenti, pensare in modo critico e partecipare a un processo decisionale democratico”2.
Per quanto riguarda le tappe di questo itinerario “argomentativo” si comincia con l’immersione di genere (“watch how it’s done”) per individuarne le caratteristiche a partire dall’analisi di testi modello, per poi arrivare infine alla stesura del pezzo finito. In mezzo ci sono il debate, il metodo d’indagine, le minilesson di scrittura, l’argomentativo on demand e la riflessione metacognitiva finale. Al terzo anno, in previsione dell’esame conclusivo del primo ciclo, è utile aggiungere una tappa dedicata proprio all’arte dell’argomentare finalizzata sia alla prova scritta sia al colloquio orale.
Il debate: il superpotere della parola
Una delle fasi più importanti del percorso sull’argomentativo, utile anche alla prescrittura, è quella dedicata al debate e, più in generale, all’arte della conversazione/comunicazione orale. Nel mondo anglosassone sono numerose le scuole che riconoscono all’oracy lo status di materia curricolare, come accade nella School 21 di Londra. Nel nostro sistema scolastico invece, piuttosto resistente al cambiamento e all’innovazione, spesso l’oralità coincide con l’interrogazione, mentre il 90% del “parlato” (talk) durante le lezioni curricolari spetta al docente. In realtà, l’oracy e in generale l’abilità di comunicare in modo efficace attraverso un discorso non solo contenuti scolastici ma soprattutto idee, opinioni e pensieri è estremamente importante nell’epoca attuale basata sulla comunicazione, nell’era contemporanea della coincidenza tra potere e slogan. Inoltre, questa skill è una della caratteristiche più richieste nel mondo del lavoro. Occorre, pertanto, insegnare l’oralità in modo più sistematico e autentico creando occasioni di dialogo, confronto, discussione. In questo senso il debate è una buona opportunità di apprendimento.
Definizione e motivazioni del debate
Secondo la definizione dell’Indire4, il debate si configura come confronto/discussione formale tra due squadre che sostengono o controbattono un’affermazione assegnata dall’insegnante, ponendosi in un campo (pro) o nell’altro (contro). L’argomento individuato è tra quelli raramente affrontati nell’attività didattica tradizionale. Le ragioni per proporre il debate a scuola sono diverse:
- è una metodologia innovativa e laboratoriale;
- favorisce il confronto con opinioni diverse e spinge a rivedere il proprio punto di vista;
- sviluppa la competenza linguistica: sapere esprimere le proprie idee, saper pronunciare un discorso pubblico, essere in grado di utilizzare la lingua in modo positivo e socialmente responsabile;
- sviluppa pensiero critico, pensiero creativo, capacità di mediazione, capacità di valutare e prendere decisioni (XXIst soft skills);
- promuove l’educazione all’ascolto reciproco;
- riconnette i saperi della scuola e i saperi della società della conoscenza;
- favorisce l’apprendimento cooperativo e la peer education;
- incentiva a superare la logica dello studio come mero apprendimento mnemonico di testi scritti.
Ancora una volta sono le Indicazioni nazionali nell’ultima versione “Nuovi scenari” a riassumere al meglio il valore di una metodologia come il debate: “La scuola deve tutelare il diritto alla parola, incoraggiando gli alunni al dialogo e al confronto basati sul rispetto e su regole condivise. Per sanare le divergenze, per acquisire punti di vista nuovi, per negoziare e dare un senso positivo alle differenze”.
Mani in pasta: la pratica del debate5
Dopo l’immersione nel genere, quindi dopo aver individuato le caratteristiche dell’argomentazione, si propone ai ragazzi di cimentarsi nel confronto orale tra opinioni diverse a partire da un’affermazione iniziale. È importante cominciare con una modalità “freestyle”6, informale e snella per far capire ai ragazzi che la capacità di argomentare è un’attività che si esercita quotidianamente nella vita di tutti i giorni. Prima di proporre l’attività in classe, selezioniamo le affermazioni sulle quali i ragazzi dovranno esprimere la loro opinione. Avremo cura di individuare argomenti semplici e interessanti per loro, ad esempio:
- gli smartphone a scuola possono essere usati come strumenti didattici;
- ricevere una paghetta fissa dai genitori rende i ragazzi più responsabili;
- la bocciatura nella scuola media non serve;
- la settimana corta (Sabato a casa) migliora la qualità della vita degli studenti;
- i compiti a casa aiutano ad imparare/ apprendere meglio.
Quando illustriamo in classe l’attività nelle istruzioni di operative spieghiamo come si svolge il debate freestyle:
- ognuno di voi legge con attenzione l’affermazione alla lavagna;
- gli alunni a favore/ d’accordo (PRO) con quella affermazione si mettono a sinistra;
- gli alunni contrari /non d’accordo (CONTRO) con quell’affermazione si mettono a destra;
- a turno gli alunni nei due schieramenti devono fornire prove/argomentazioni a sostegno della loro scelta, del loro punto di vista (tesi).
A questo punto gli studenti cominciamo il dibattito vero e proprio, la cui durata dipende dal grado di coinvolgimento degli alunni e dal tempo a disposizione. Dobbiamo comunque considerare per svolgere questa attività una sessione di lavoro di 2 h, anche perché al termine del dibattito chiederemo agli alunni di annotare sui loro taccuini alcune riflessioni a caldo a partire da domande guida precedentemente preparate dall’insegnante:
- in cosa consiste un debate?
- quali sono le diverse tipologie di prove/motivazioni che sono state utilizzate?
- quali sono quelle più efficaci secondo te?
- ti viene facile argomentare, sostenere la tua opinione? Oppure ti mette in difficoltà?
- cosa sei riuscito a fare bene in questa attività?
- cosa ti ha messo in difficoltà?
- quali life skills vengono esercitate/sviluppate nel debate?
- problem solving
- pensiero critico
- pensiero creativo / creatività
- collaborazione
- intelligenza emotiva: capacità di riconoscere, utilizzare, comprendere e gestire in modo consapevole le proprie ed altrui emozioni;
- capacità di formulare giudizi/valutazioni e prendere decisioni
- capacità di negoziazione/mediazione (trovare soluzioni di compromesso con gli altri)
- flessibilità cognitiva: abilità di attuare comportamenti diversi in base al cambiamento di regole;
- service orientation: predisposizione all’essere utile, premuroso, attento e collaborativo.
Possiamo poi decidere come condividere queste riflessioni, a coppie in modalità “girati & parla” oppure in plenaria.
Infine, per introdurre da subito la scrittura argomentativa e innescare il circuito virtuoso del “traduco in parola scritta il mio pensiero”, proporremo ai ragazzi la stesura di una bozza in cui devono argomentare la propria posizione/opinione riguardo una delle affermazioni del debate. In questo modo l’arte di del parlare sviluppa ed incentiva le abilità di scrittura.
Istruzioni per bozza
- scegli una delle affermazioni del debate;
- prescrittura: scrivi la tua opinione pro/contro: da che parte stai (TESI), scrivi un elenco di motivazioni/prove a sostegno della tua opinione;
- scrivi un testo argomentativo simile a quelli che abbiamo letto insieme in classe. Parti con l’introduzione dell’argomento, esponi la tua opinione (tesi) e individua ALMENO 3 motivazioni/prove a sostegno della tua opinione. Scrivi una conclusione forte;
- prove a sostegno: utilizza almeno 2 tipi diversi di prove: citazioni, paragoni con situazioni simili, riferimento all’opinione opposta (antitesi) per confutarla, dati statistici, fatti accaduti, modelli del passato, aneddoti.
Questa modalità di debate informale non prevede la possibilità di consultare articoli e documenti a supporto della propria tesi, mentre è molto importante insegnare agli studenti che l’arbitrario “secondo me” spesso non basta a sostenere in modo efficace le proprie opinioni. Occorre documentarsi per trovare “prove” che permettano di sostenere con consapevolezza e competenza le proprie affermazioni. Il debate filosofico7 risponde proprio a questa esigenza perché si configura come un dibattito più formale e strutturato in cui gli studenti hanno a disposizione un dossier di risorse da consultare per supportare la loro opinione. Come per il debate freestyle l’insegnante individua l’argomento su cui verterà la discussione e fornirà agli alunni le indicazioni operative. Ad esempio, si può proporre ai ragazzi di discutere su una questione legata all’attualità o alla vita scolastica: se nella nostra scuola è in discussione l’introduzione della settimana corta l’affermazione di partenza potrebbe essere “A scuola la settimana corta (sabato a casa) è meglio della settimana lunga”. Le istruzioni operative potrebbero essere queste:
- la classe si divide a metà PRIMA di conoscere l’argomento;
- a sinistra il gruppo PRO;
- a destra il gruppo CONTRO;
- ad ogni gruppo viene fornito un dossier di articoli/risorse inerenti l’affermazione/tema di partenza;
- ogni gruppo deve trovare negli articoli delle PROVE a sostegno della propria tesi pro/contro;
- la fase di ricerca prove dura 20 minuti;
- al termine di questa fase i membri di ogni gruppo si alternano ad esporre oralmente la propria opinione facendo riferimento ai testi/articoli letti. È obbligatorio citare un testo come prova.
Si veda ad es. il Video del dibattito filosofico svoltosi nella classe 3D della scuola secondaria di I grado “G. Ferraris” di Modena.
Il fatto che gli alunni debbano dividersi nei due schieramenti prima di conoscere il tema della discussione implica che alcuni di loro si trovino a dover sostenere e motivare un’opinione contraria alla propria. Ad esempio, Luca potrebbe essere a favore della settimana corta, ma potrebbe trovarsi nello schieramento “contro”, quindi dovrebbe difendere la posizione opposta alla sua. Si tratta di un fondamentale esercizio di democrazia perché l’alunno impara a “mettersi nei panni” di qualcun altro, sviluppa la capacità di vedere il mondo da punti di vista diversi dal proprio e rafforza il pensiero etnografico determinante in un mondo, il nostro, in fragile equilibrio tra differenze e omologazioni. Al termine del dibattito filosofico l’insegnante guida un momento di riflessione corale a partire da domande guida che mettano in evidenza le tecniche di argomentazione:
Domande guida per riflessione
- rispetto al freestyle questo debate più strutturato è più semplice o più difficile da affrontare?
- cosa vi ha aiutato nel sostenere la vostra tesi? Perché secondo te è importante imparare ad argomentare una tesi/affermazione a prescindere da come la pensi tu?
- cosa vi ha messo in difficoltà?
- cosa hai imparato da questo debate?
Come nella sessione sul debate freestyle, l’attività si conclude con una writing zone: scrivi una breve testo argomentativo in cui esponi il tuo punto di vista (opinione) su questo argomento e 3 ragioni (prove) a supporto della tua opinione. Fai riferimento agli articoli e alle fonti del dossier oppure trovane e aggiungine altre tu. Parti con un titolo.
Lo specchio. Riflessioni finali
Argomentare significa convincere il pubblico della validità e solidità delle proprie affermazioni usando ragionamenti logici e prove rilevanti e offrire il proprio contributo come cittadini alla costruzione, implementazione di una società democratica globale iperconnessa. Argomentare vuol dire “dare” un contributo di umanità al mondo e allenare la mente all’autonomia di pensiero. Insegnare ad argomentare significa permettere ad ogni studente e futuro cittadino di trovare la propria voce ed imparare a farla sentire in modo costruttivo e non conflittuale. Quindi, è urgente e necessario ricavare nella pratica didattica quotidiana uno spazio per il dibattito e il confronto e nella pianificazione annuale una fase riservata al genere argomentativo già dal primo anno della scuola media, proponendo discussioni su temi via via sempre più complessi e meno convenzionali e introducendo l’attività di ricerca autonoma da parte dello studente delle risorse per il dossier.
Note
1Reef, Read write and teach
2Raccomandazioni UE Maggio 2018
3Indicazioni nazionali e nuovi scenari
4Indire, Avanguardie educative
5Le attività proposte sono tratte da J. Gonzales, Cult of pedagogy
6 Minilesson debate freestyle
7 Minilesson debate filosofico
Insegnante di italiano presso scuola secondaria di primo grado G. Ferraris di Modena
Biografia
Folgorata sulla via della prima elementare dalla vocazione per l’insegnamento, Elisa da allora (quando aveva solo sei anni) ha coltivato questa “mission” (possible): insegnare ai ragazzi ad avere il coraggio di perdere di vista la terraferma, perchè è in quel momento, lontano dalla comfort-zone, che nasce l’apprendimento per la vita. Dopo aver fatto una lunga gavetta nei bassifondi di un lavoro qualunque finalmente quattro anni fa è diventata insegnante di lettere della scuola media (la terra di mezzo). Appassionata di lettura e scrittura, convinta sostenitrice dell’Umanesimo che ricompone la frattura tra scienza e tecnologia da una parte e letteratura e arte dall’altra, ricercatrice instancabile Elisa entra in classe ogni giorno con la voglia di costruire occasioni ed opportunità perchè ogni suo alunno possa esprimere il proprio talento e manifestare i propri pensieri. L’idea di scuola che sostiene e promuove anche attraverso l’attività di formatrice si fonda sulla relazione, sull’equità (che è diverso da uguaglianza), sull’ascolto, sulla creatività, sulla condivisione, sulla scoperta. Dall’esperienza di molti anni in azienda ha imparato la resilienza e l’intraprendenza, dallo studio matto e disperatissimo ( a 10 anni di distanza dall’ultimo esame universitario) per diventare insegnante ha imparato che c’è sempre tempo per imparare (lifelong learning). Adesso è esattamente dove vorrebbe essere: a scuola, in classe, tra isole ed arcipelaghi di banchi, a navigare accanto ai suoi alunni (tutti insieme, nessuno escluso) verso lo spazio del desiderio, dove le stelle sono accese e tutto può accadere.