Tutto in una pagina
Vorremmo presentare un attivatore grafico molto interessante, chiamato “One Pager”, che si potrebbe tradurre colui che sintetizza tutto un libro in una pagina. In effetti, quella che si propone è proprio una operazione di sintesi, perché l’alunno è accompagnato attraverso la grafica, i disegni, le parole a ricomporre un testo non attraverso la rigida griglia della “scheda del libro”, ma attraverso la sua veste di lettore e quindi anche attraverso la sua sensibilità interpretativa e la sua creatività (i disegni devono essere eloquenti, non necessariamente belli).
Il lavoro consiste nel disegnare e scrivere in una sola pagina, preferibilmente un foglio da disegno, gli aspetti più salienti di un libro.
Questa strategia di organizzazione dei contenuti è molto utilizzata in ambito aziendale per la presentazione di prodotti o per la comunicazione di nuove idee o campagne, sia tramite supporti cartacei (volantini, cartelloni) sia pagine web.
Da qualche anno questo interessante organizzatore grafico viene utilizzato anche nella didattica. In particolare, se ne fa menzione nel repertorio di strategie di inquiry (indagine, ricerca) dell’AVID (Advancement Via Individual Determination), una associazione no-profit che ha come scopo quello di aiutare le scuole a colmare il divario di apprendimento tra gli studenti delle varie classi sociali per cercare di garantire a tutti il pieno successo formativo. Qui è possibile trovare le indicazioni fornite dalla stessa AVID per la realizzazione di uno One Pager.
Interessanti realizzazioni di questa strategia nella scuola sono anche in questa pagina.
Abbiamo potuto osservare nelle nostre classi, dove usiamo ormai da un paio di anni questa strategia, che mettere tutto in una pagina aiuta la visione globale di un testo. Quando si chiede agli alunni di rappresentare con disegni, parole e “calligrafie” quanto hanno letto, loro sono molto motivati e ciò fa sì che aumenti anche il livello di profondità delle loro considerazioni. Quello che è utile stimolare con questo organizzatore grafico, infatti, è mettere in relazione le riflessioni, le considerazioni e l’interpretazione che il singolo alunno dà sul testo, cercando di evitare di chiedere quei dettagli che porterebbero alla semplice realizzazione di un collage di informazioni con qualche immagine.
Perché sia possibile che un alunno delle scuole medie riesca a fare ciò, è assolutamente indispensabile che in classe, durante i laboratori di lettura, gli alunni siano abituati a fare una lettura profonda del testo, che siano costantemente sollecitati a interpretarlo, alla ricerca dei suoi molteplici significati.
Senza questa fase centrale del Reading Workshop, infatti, il lavoro non avrebbe senso e rischierebbe di diventare un cartellone, con il riassunto del libro accompagnato da qualche disegno, e non è certo quello che ci interessa qui.
In realtà, il modello che utilizziamo in classe è leggermente differente rispetto a quello proposto nei due siti citati sopra: sono state inserite le considerazioni che normalmente vengono fatte in classe e che derivano direttamente dalle tecniche del Reading Workshop. Durante la lettura, infatti, gli alunni annotano sul quaderno o sul taccuino una serie di aspetti che secondo loro sono importanti nel testo. Se si tratta di libri di lettura individuale, possono fare anche uso di post.it per segnare all’interno del libro punti particolarmente illuminanti sul tema o sulla personalità dei personaggi. Così come, del resto, avviene normalmente durante la lettura di un libro. Se invece si tratta dei classici della letteratura, il lavoro risulta più approfondito e guidato dall’insegnante che sollecita le riflessioni attraverso domande stimolo o altri organizzatori grafici.
Solo alla fine di questo processo si richiede all’alunno di mettere tutto in una pagina.
Come organizzare lo spazio nel foglio
Queste sono le indicazioni su come suddividere il foglio. La rigidità nella organizzazione della pagina favorisce l’organizzazione mentale di quanto si vuole scrivere e in qualche modo costringe a non saltare passaggi che si reputano indispensabili. Ovviamente le indicazioni diminuiscono con il livello di esperienza del lettore.
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Occorre ricavare dalla pagina un bordo, all’interno del quale scrivere le parole o i concetti- chiave del libro. Qui vi possono essere anche riferimenti ai temi principali.
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Nell’angolo in alto a sinistra si mette un disegno (ma va bene anche un collage o un’immagine a piacere) di un oggetto fortemente simbolico, accompagnato da una citazione o una breve frase che ne faccia capire l’importanza.
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In alto a destra va messa un’immagine, un simbolo, uno scarabocchio che rappresenti i personaggi principali, magari mettendo in evidenza, a parole, come essi cambino durante lo svolgimento della storia.
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In basso a destra si inseriscono citazioni e relativi commenti che facciano capire lo stile di scrittura dell’autore. Qui si può spiegare come lo scrittore usa le parole, se si tratta di un testo lento o veloce o se si fa ricorso a una struttura complessa con anticipazioni o flashback.
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In basso a sinistra si inseriscono invece le connessioni. Sia attraverso le immagini, sia attraverso il testo, qui occorre mettere in relazione i temi del libro con l’attualità del mondo di oggi, ma anche con altre letture fatte.
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Negli spazi liberi all’interno del foglio si trova il cuore del libro: la parte centrale, infatti, è dedicata, oltre che al nome dell’autore e al titolo, a:
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citazioni che rappresentano il testo nel suo insieme;
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immagini o disegni sui momenti cruciali della trama;
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i temi principali del romanzo;
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tutto quanto si ritiene importante aggiungere per invogliare qualcuno a leggere il libro.
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Lo spazio circoscritto di un foglio impone una scelta di cosa dire e disegnare, mostrando il livello di profondità della lettura stessa: l’alunno è costretto a decidere cosa è importante per lui e a mostrare ciò che i suoi occhi hanno visto. Questi processi di selezione e di organizzazione, infine, sono propedeutici alla scrittura del commento letterario, della recensione e alla preparazione della presentazione di un testo davanti a un pubblico.
Nella mia prima vita facevo un altro lavoro, ma più di una persona mi chiamava prof. Non so se è stato il caso o il destino o la volontà, ma oggi sono un’insegnante felice nella scuola media Jacopo della Quercia di Siena.
Grazie, Maria! Questa tua spiegazione così dettagliata mi ha permesso di capire quanto articolato sia quello che, apparentemente, potrebbe sembrare una scheda libro esteticamente accattivante e poco più. Io non ho ancora proposto questa attività ai ragazzi in letteratura proprio perché credo che, dietro, ci debba necessariamente essere un grande lavoro di preparazione che permetta loro di focalizzare bene alcuni aspetti di un libro o di un racconto. Intuisco che sia necessaria la guida dell’insegnante che, in classe, stimoli attraverso domande e osservazioni la lettura profonda di un testo. Ho proposto, invece, l’attività in storia, e devo dire che ai ragazzi lo hanno trovato un comodo strumento di rielaborazione dei contenuti. Per il momento mi sono limitata a chiedere loro di ricostruire la successione dei fatti ma credo che la prossima volta proverò ad aggiungere anche una richiesta di opinione/interpretazione dei fatti. Che dici, credi che si potrebbe prestare?
Cara Barbara, grazie per le tue osservazioni, mi fa piacere che tu abbia colto che vi è una netta differenza fra concentrarsi sul prodotto finito e curare il processo, che a sua volta può dare luogo a tanti diversi prodotti. Gli organizzatori grafici sono gli strumenti, mai il fine. Riguardo a quanto scrivi sull’uso dello Onepager nell’insegnamento della Storia, credo che sì, certo che si può fare. Si può utilizzare qualsiasi tecnica per raggiungere gli scopi che ci si è dati, molte attività danno risultati splendidi e mi fa felice il fatto che quello che abbiamo pubblicato possa essere stato utile per te e i tuoi alunni. Però, visto che questo sito è dedicato al metodo del Writing and Reading Workshop, penso che sia necessario avere chiari gli obiettivi. Personalmente ritengo che le strategie di comprensione, di negoziazione dei significati di un testo, e quindi l’attività laboratoriale vera e propria, la scrittura il più possibile autentica siano ingredienti imprescindibili. Lo scopo di queste attività è facilitare la visione globale di tutte le riflessioni, discussioni, brevi scritture fatte in classe, a gruppi o in plenaria, e quindi questo aspetto è necessario. Se noti, nei lavori che abbiamo pubblicato non compaiono le sintesi, perché non sono lo scopo di questo lavoro; l’obiettivo, infatti, non è ricordare o riordinare, ma raccontarsi come lettori, anche di Storia. Spero di esserti stata utile, a presto, Maria Aprosio.
Cara Maria, ti ringrazio nuovamente di cuore. La tue parole rispondono a tutta una serie di interrogativi che mi ero posta io stessa sull’uso di uno strumento come questo nello studio della storia. Proprio l’altro giorno, esaminando il lavoro dei miei ragazzi, mi sono infatti accorta di quanto sia riduttivo utilizzare one pager semplicemente a fini riassuntivi. I prodotti di alcuni miei alunni sono molto belli dal punto di vista grafico, tuttavia sono una sorta di riassunto a tappe della prima guerra mondiale. Era la prima volta che chiedevo loro di fare un lavoro del genere quindi loro hanno pienamente rispettato le consegne che io avevo dato. L’errore o il limite è stato mio, nel non chiedere loro di fare un’interpretazione degli eventi, di scrivere le loro impressioni e le loro osservazioni su questioni delle quali in classe abbiamo dibattuto a lungo. Ora so che questo strumento ha un grandissimo potenziale e sicuramente la prossima volta le mie consegne saranno molto più precise. Grazie ancora di cuore. Sei di una gentilezza squisita.
Vi ringrazio per l’articolo e le indicazioni precise su come realizzare un lavoro ben ponderato e completo. Chiedo se possibile un suggerimento pratico: il lavoro deve essere realizzato “di getto” dando quindi spazio alle impressioni e ai ricordi più immediati o i ragazzi possono realizzare una bozza immaginando e progettando la pagina per poi realizzarla in modo completo? Grazie per l’aiuto
Grazie, mi è stato utile per scuola. in modo semplice e chiaro avete spiegato tutto…Grazie
Questo metodo è presentato anche in qualche manuale? Grazie
Ciao, trovi qui la bibliografia dei volumi usciti per ora in italiano (www.italianwritingteachers.it/bibliografia), ma segui il sito per rimanere aggiornata.
Buongiorno, bellissimo il lavoro che si può realizzare con one pager, ma volevo chiedere se si potesse avere uno schema più semplicemente una primaria. Si potrebbero fare degli adattamenti, ma temo di non rispettare i canoni che ritengo siano importanti da tenere come punti fermi. Ringrazio e saluto cordialmente. Complimenti
Lo schema proposto non è altro che la resa grafica dell’attività svolta in classe: le singole parti sono frutto di un processo che coinvolge gli studenti per un lungo periodo di tempo.
I primi One pager vengono fatti su letture a alta voce che coinvolgono tutta la classe e quindi le richieste dell’organizzatore grafico sono già familiari agli studenti perché più volte discussi sia in gruppi sia a livello di classe. Pertanto, gli ingredianti che si possono mettere nell’organizzatore sono quelli che stanno a cuore all’insegnante e che l’insegnante ha avuto modo di sviluppare in modo approfondito. In linea di massima direi, comunque, che sono imprescindibili: l’argomento, la citazione o comunque un riferimento molto puntuale a un passo del testo che sembra allo studente particolamente significativo; le parole chiave; il tema; il valore che quella lettura ha avuto per lo studente stesso, cosa ha voluto dire per lui e come lo collega al suo mondo.
Spero di essre stata d’aiuto, per qualsiasi chiarimento sono qui!