Nelle nostre classi, in anni di lavoro, abbiamo sempre riscontrato che ai ragazzi e alle ragazze piace raccontare e inventare storie. In parte, questo ha a che fare con la creatività di ciascuno; ma sappiamo anche che la narrazione è parte di noi come esseri umani.
Per chi sperimenta il WRW, quindi, la pianificazione del lavoro in classe su questa tipologia testuale è affascinante e sfidante. Ecco perché, all’interno della collana sui generi di scrittura proposta da Erickson, il secondo volume è proprio dedicato al racconto realistico.
Il libro si pone in ideale continuità con il precedente di Silvia Pognante e Romina Ramazzotti, dedicato al racconto autobiografico. Dal parlare di sé, in cui si sperimenta per la prima volta il piacere di narrare, alunni e alunne passano a un genere più ampio e più complesso; le variabili in gioco sono più numerose, le possibilità stilistiche quasi infinite, ed è arduo da codificare. Solo per fare un ovvio esempio, nel racconto autobiografico la sperimentazione sul narratore è minima, perché il narratore devo essere io; nel racconto realistico il narratore diventa una scelta, da compiere sulla base di precise intenzioni e considerando effetti diversi.
La progettazione del manuale, dunque, è stata prima di tutto stimolante ma anche un impegno, come insegnanti, per proporre strategie efficaci e al contempo flessibili per diversi livelli di competenza e di ordine di scuola. Ci siamo chiesti anche come mantenere il delicato equilibrio tra invenzione (comunque limitata dal perimetro della loro parziale esperienza di vita e di lettura) e la necessità di dare delle linee guida, delle regole. Abbiamo forse trovato la risposta nella trasparenza, e seguendo l’esempio delle curatrici della collana, Silvia e Romina, abbiamo raccontato di noi, aprendo la porta delle nostre aule per permettere di sbirciare le nostre pratiche che si sono rivelate più fruttuose.
I due manuali sono legati da un ulteriore filo rosso, poiché insieme offrono un ventaglio ampio di strategie per la scrittura di narrativa breve, favorendo l’adattabilità del progetto per classi terminali della scuola primaria, fino al biennio delle secondaria di secondo grado. Se ci pensate, con i due manuali insieme, si ha a disposizione un repertorio per la maggior parte trasversale a differenti sottogeneri della fiction, utile soprattutto per chi ancora trova difficoltoso fare consulenze personalizzate durante le sessioni di scrittura.
Cosa trovate in questo manuale, oltre alle diciotto strategie di scrittura? Motivo di particolare orgoglio è un racconto inedito che Davide Morosinotto ha accettato di scrivere per noi insegnanti, scaricabile anche tra le risorse online. Gli abbiamo presentato la nostra intenzione di guidare i/le docenti alla scelta consapevole dei mentor text, e con il racconto Il bianco e il fluo abbiamo potuto concretizzare il progetto e fornirvi anche una guida all’analisi dei testi mentor. Abbiamo chiamato questo materiale A scuola di testi modello: una serie di domande aperte afferenti alle fondamentali categorie narratologiche, ovvero personaggi, trama e ambientazione, lessico e linguaggio metaforico, temi. Nel corso dei mesi di lavorazione del manuale abbiamo proposto parti della griglia in un paio di occasioni formative e il feedback dei partecipanti ha confermato che fornisce le chiavi per leggere un testo “con gli occhiali dello scrittore”, come diciamo anche in classe durante l’immersione nei testi.
Per amore di completezza, vi anticipiamo che Morosinotto si è prestato al gioco di sperimentare in prima persona una delle nostre strategie: si può veramente affermare che alunni e alunne potranno andare a bottega direttamente seguendo l’esempio di come l’autore ha applicato la minilezione su un quaderno di lavoro (non usa un taccuino cartaceo, infatti).
Il racconto inedito è in bella compagnia nel manuale assieme a quelli di Giusi Marchetta, Fabio Geda, Marco Magnone e Cristiano Cavina, già pubblicati nella raccolta La fuga, del Castoro. Come mai così tanti racconti? Sono tutti testi che leggiamo da tempo nelle nostre classi e offrono la possibilità di considerare molteplici aspetti della scrittura, anche grazie a riletture a distanza di tempo: un buon testo modello, che ci ha anche emozionato durante la lettura a voce alta, diventa patrimonio di tutta la classe e per l’insegnante è semplice farvi ricorso in più minilezioni, facilitando la comprensione del teaching point.
Infine, nel momento in cui alcuni autori hanno dato il consenso a introdurre i racconti nel manuale, è stato quasi spontaneo chiedere loro di farci entrare nella loro officina di lavoro: contestualmente a una minilezione procedurale, che sprona i/le nostri/e principianti a equipaggiarsi per la stesura delle bozze, offriamo loro le foto delle scrivanie d’autore, esempi molto diversi di fucina creativa.
Speriamo che queste soluzioni, insieme a proposte alternative che abbiamo fornito anche tra il materiale on line, possano accompagnare sia chi è alle prime sperimentazioni del WRW in classe sia chi ha necessità di consolidare la propria preparazione.
Daniela e Stefano